Microsoft ha preso definitivamente in considerazione l’adozione di chip di sicurezza TPM 2.0 piuttosto che 1.2 (TPM sta per Trusted platform module) per quanto concerne Windows 11, rendendoli anche obbligatori. Questo non andrà a comportare nuove funzioni di sicurezza, ma contribuirà senz’altro a far sì che siano più efficienti, efficaci e aderenti agli standard le funzioni implementate utilizzando il TPM 1.2. Scopriamo di seguito maggiori dettagli a riguardo.
Mentre per quanto riguarda le piattaforme che hanno TPM 2.0, sarà sufficiente procedere verso la modifica di alcuni parametri di configurazione e andare a scegliere un nuovo algoritmo di hashing scelto tra quelli presenti in libreria in sostituzione dell’algoritmo che è stato compromesso, facendo sì che si ristabilisca il livello di sicurezza della piattaforma.
Tuttavia, non c’è comunque da spaventarsi: l’attacco di cui abbiamo parlato sopra richiede, per poter essere portato a termine, circa 100 anni di calcolo. Quindi, stiamo parlando di risorse che ora non sono disponibili in maniera semplice, se non a delle grandi organizzazioni che hanno a disposizione dei altrettanto grandi capitali.