Dopo i sospetti casi di trombosi sopraggiunti dopo la somministrazione del vaccino Astrazeneca – e rilevati soprattutto nei soggetti più giovani – il Governo italiano ha deciso di impedire la vaccinazione con questo siero ai minori di 60 anni.
In molti, però, avevano già effettuato la prima dose con il vaccino della casa anglo-svedese, e avrebbero dovuto completare il ciclo vaccinale con la seconda e ultima dose. A seguito del blocco, però, si dovrà optare per un’altra soluzione che possa risultare altrettanto efficace.
Ed è qui che subentra la vaccinazione eterologa, ossia la possibilità di raggiungere l’immunità attraverso la somministrazione di due vaccini diversi. In questo caso, per la seconda dose, l’alternativa ad Astrazeneca potrebbe essere Pfizer o Moderna. Fortunatamente, gli studi dimostrano una risposta più che soddisfacente dell’organismo.
Uno studio pubblicato su The Lancet ha dimostrato addirittura una maggiore risposta immunitaria con la vaccinazione eterologa rispetto alla doppia dose con un solo vaccino.
Lo studio si è svolto in Spagna e ha coinvolto ben 676 persone, di cui due terzi (su cui poi si è fatta statistica) hanno ricevuto la vaccinazione con Pfizer in una finestra tra le 8 e le 12 settimane dopo il vaccino con Astrazeneca.
A due settimane dalla seconda dose, i partecipanti hanno effettuato dei test e si è potuto riscontrare che il 100% dei vaccinati con Pfizer aveva sviluppato una forte risposta immunitaria.
A seguito di questi riscontri, gli USA stanno addirittura pensando di rafforzare l’immunità offerta dal vaccino Johnson&Johnson con una seconda dose di vaccino Pfizer o Moderna, purché sia un vaccino a mRNA.