Una delle pratiche più utilizzate ultimamente per quanto riguarda la TV a pagamento è quella della pirateria. Sono infatti moltissimi gli utenti che sottoscrivono di continuo abbonamenti IPTV dal costo molto basso, il quale arriva anche a soli 5 euro al mese.
Ciò che in molti non sanno è che la legge ormai non tollera più e grazie alla Guardia di Finanza sta attuando una politica fortemente repressiva verso questo fenomeno. Ci sono infatti di continuo indagini volte a smantellare qualsiasi tipo di piattaforma illegale, soprattutto sul territorio italiano che ne è pieno zeppo.
L’uso delle VPN ha contribuito alla crescita di questi servizi. Sfruttata in modo legale, una VPN è un servizio consigliatissimo e facile da usare essendo protetti in rete, e che se usato con i più noti servizi di streaming (Netflix, Amazon Prime Video) da accesso a cataloghi più vasti. NordVPN, la migliore VPN attuale, offre un ottimo servizio ed è in offerta con un prezzo scontatissimo.
IPTV: la Guardia di Finanza blocca oltre 600 siti e favorisce così Sky
La Guardia di Finanza è intervenuta fortemente sul mondo della pirateria, bloccando 600 tra siti web, server e piattaforme IPTV. L’operazione è stata portata avanti dal nucleo speciale tutela privacy e frodi tecnologiche della Guardia di Finanza, in collaborazione con la procura di Napoli. Sono stati inoltre identificati in tempo reale i clienti dei vari servizi in questione, con oltre 100.000 persone collegate. Il tutto è avvenuto durante le partite degli europei di calcio, i quali ora porteranno ad identificare centinaia di persone in tutto il mondo.
Non nasconde la sua soddisfazione SKY, licenziatario che sta risentendo molto della situazione:
“Il susseguirsi di azioni di contrasto sempre più frequenti ed efficaci sono il risultato della stretta collaborazione tra industria e forze dell’ordine, a cui vanno i nostri ringraziamenti per l’impegno nella lotta ad un fenomeno criminale che danneggia l’intera industria sportiva, dallo sport amatoriale, agli appassionati, fino ai detentori dei diritti e i broadcaster, distruggendo posti di lavoro e creatività“.