Una confusione questa che peraltro non aiuta la campagna vaccinale aumentando i dubbi di coloro che non sono ancora persuasi della bontà dei vaccini. Entrambe le compagnie però hanno recentemente dichiarato, riferendosi alle due dosi, che: “I nostri studi dimostrano che la vaccinazione dell’uomo basata sui sieri mRna contro Sars-CoV-2 induce una risposta cellulare Gc B persistente, consentendo la generazione di una robusta immunità umorale
“.
Malgrado le ricerche però sembrerebbe che il Regno Unito voglia continuare sulla strada della terza dose per i vaccini Pfizer, quantomeno per coloro che rientrano nelle fasce più a rischio della popolazione. Nello specifico la terza dose, a cui è già stato dato il via libera, verrà somministrata a tutti i cittadini ultracinquantenni e agli undercinquantenni che già ricevono la prescrizione per il vaccino anti-influenzale.
Ma si parla di terza dose non solo per Pfizer. Un recente studio infatti dimostra come anche AstraZeneca, se somministrato tre volte, offra una risposta di molto superiore a quella di due semplici dosi. Sembra infatti che con la terza dose i livelli anticorpali aumentino fino sei volte.