Dunque, AGCOM ha stabilito che secondo la documentazione acquisita, né TIM né WindTre avrebbero comunicato “nei termini e secondo le modalità prescritti a favore degli utenti di telefonia fissa e mobile, le condizioni economiche delle offerte sottoscritte, limitandosi a riportare solo alcune delle informazioni necessarie nell’SMS inviato all’attivazione dell’offerta o in caso di superamento delle soglie di traffico”. E ancora, a conclusione della disamina, si legge quanto segue:
“L’elenco di informazioni visualizzabile in fattura, piuttosto che nell’Area personale o nell’App, non può assurgere al livello di una sintesi ad hoc in cui siano illustrate complessivamente le condizioni economiche che possano immediatamente far percepire i costi ricorrenti riferiti ai singoli servizi di cui fruiscono gli utenti e la conseguente spesa che ne deriva. Tale prospetto economico disvela il suo maggior valore proprio laddove, in ipotesi, nel corso dell’anno l’utente abbia mutato le offerte attive – eliminandone alcune oppure aggiungendone altre – ovvero siano intervenute modifiche unilaterali di contratto, tutt’altro che infrequenti, le cui informative spesso si limitano a riportare l’oggetto della modifica, quale, a titolo esemplificativo, l’incremento di prezzo”.
Tramite queste considerazioni, l’Autorità ha quindi sanzionato TIM per 116mila euro e WindTre invece per 174mila euro per lo stesso motivo, e cioè aver eluso gli obblighi (previsti dall’art. 3, commi 5 e 6, della delibera n. 252/16/CONS) che impongono agli operatori di informare con annualmente gli utenti riguardo le proprie offerte attive relativamente alla telefonia fissa e a quella mobile.