Generazione 56K però, se da una parte cerca di sfruttare la fanbase del gruppo, dall’altro mette in campo un comparto tecnico e artistico davvero di ottima qualità; soprattutto concede i giusti spazi a dei personaggi che, sebbene avvezzi alla macchina da presa, non sono, quantomeno non tutti, in possesso di spiccate doti attoriali. La serie nel suo complesso è un ottimo prodotto; palesemente indirizzati ai figli degli anni novanta, una commedia dell’equivoco semplice nella struttura ma curata nella realizzazione.
La storia di Generazione 56K si svolge su due diversi binari; il primo, ambientato nel presente, racconta la storia di Daniel e Matilda, compagni di classe alle medie che per uno scherzo del destino si rincontrano dopo anni; basterà una notte per far capire ad entrambi che quell’incontro gli stravolgerà la vita.
Parallelamente, l’altro binario, racconta invece di come questo amore sia in realtà nato proprio tra i banchi di classe delle medie; alternando la narrazione tra passato e presente la serie Netflix riesce a raccontare sia la nascita della relazione tra i due che il mondo dei trentenni di oggi, figli di mezzo tra i boomers e la generazione z.