Tutti ricorderanno il gran parlare che si era creato intorno alla maxi multa di 228 milioni di euro inflitta nel 2020 dall’Antitrust ai gestori Fastweb, Tim, Vodafone e WindTre. Questi furono accusati di un’intesa anticoncorrenziale che era relativa al repricing fatto nel ritorno alla fatturazione mensile.
Ebbene proprio tali sanzioni sono state annullate con quattro sentenze dopo la decisione del Tar del Lazio.
Antitrust: multa agli operatori telefonici annullata, ecco parte della sentenza
“La delibera impugnata presenta un primo profilo di illogicità e di evidente difetto di istruttoria laddove desume e valorizza la asserita segretezza dall’intesa esclusivamente sulla base di un documento del tutto inutilizzabile, essendo esterno al perimetro temporale di svolgimento della presunta pratica concordata, così come definito dalla stessa Autorità: di talché la segretezza dell’intesa risulta del tutto indimostrata”.
Secondo il TAR invece:
“Le considerazioni raccolte al più, deporrebbero per l’individuazione di una pratica scorretta ai sensi del Codice del Consumo, i cui effetti lesivi si manifestano a danno dei consumatori ma che non sono idonee a sostenere l’esistenza di una pratica concordata fra gli operatori per mantenere fermo l’aumento al preciso scopo di evitare la fuoriuscita di clienti verso la concorrenza. Mancano nel Provvedimento elementi indiziari, gravi precisi e concordanti, tali da delineare un quadro sufficientemente chiaro”; La ricostruzione dell’Autorità, poi, “non fornisce evidenze istruttorie adeguate a contrastare la tesi delle Parti”, la cui spiegazione “in assenza di altri elementi esogeni più diretti e specifici, appare plausibile e, quindi, alternativa a quella, seguita dall’AGCM, volta alla ricognizione di un’intesa anticoncorrenziale”.