La cancellazione del programma cashback rappresenta oramai una notizia consolidata per gli italiani. Come noto, a partire dallo scorso 30 Giugno, gli utenti non potranno più accumulare i rimborsi per i loro acquisti effettuati tramite carta di credito o carta di debito.
Cashback, i rimborsi e la tecnica dei “furbetti”
Il Governo Draghi è stato deciso nel cancellare, o quantomeno mettere in pausa, questa misura che assicurava benefici a tutti coloro che pagavano con moneta virtuale. Nei progetti del precedente esecutivo, il cashback doveva servire da volano per la lotta all’evasione fiscale e per incentivare i consumi dopo la stagione della pandemia.
Ad indirizzare questa decisione da parte del Governo sono stati anche i tentativi di soprusi degli italiani. Un esempio è quello relativo al super rimborso dal valore di 1500 euro. Il programma parallelo che garantiva un assegno da 1500 euro ai 100mila italiani che hanno effettuato più pagamenti con moneta digitale e carte, non è stato esente da tentativi di furberie.
I cosiddetti furbetti del cashback sono coloro che hanno accumulato, specialmente nei primi mesi del programma, operazioni utili per scalare la graduatoria del super rimborso. In base ai primi dati in possesso dei tecnici dell’Agenzia delle Entrate, tante persone hanno effettuato in media sino a 30 acquisti al giorno, dal mese di Gennaio al mese di Marzo.
Il meccanismo degli acquisti dilazionati è ancora sotto la lente d’ingrandimento degli esperti. Non è escluso il totale stop ai rimborsi del primo semestre per tutti i trasgressori che hanno forzato la mano.