Amnesty International ha rilasciato un kit per aiutare gli utenti a scoprire se il proprio dispositivo è monitorato da Pegasus. Trattasi di uno spyware utilizzato in campo militare che ha preso di mira soprattutto attivisti, giornalisti e avvocati in tutto il mondo.
Il software, ideato per proteggersi da attacchi hacker di ogni genere, esegue la scansione dei dispositivi anche in caso di sospetti poco fondati. Lo spyware Pegasus, opera della società israeliana NSO Group, può essere utilizzato per registrare le telefonate, copiare e inviare messaggi o persino filmare qualcuno a sua insaputa. Pegasus può ed è stato utilizzato per colpire sia i dispositivi iOS che Android.
NSO Group ha negato le “false accuse”. Lo stesso vale per i governi di Ungheria, Marocco, India e Ruanda che pare abbiano utilizzato Pegasus in passato. Le prime versioni del software richiedevano alle vittime di fare clic su collegamenti dannosi, consentendo a malintenzionati non autorizzati di accedere ai dati privati della vittima (password, registro chiamate, messaggi di testo ed e-mail). Gli esperti ritengono che il software sia diventato sofisticato a tal punto che riesce ad agire senza alcun bisogno di collegamenti e link di nessun genere.
Pegasus: il kit MVT di Amnesty International è in grado di rimuovere questo spyware una volta per tutte
Il kit di Amnesty, che prende il nome di Mobile Verification Toolkit (MVT), funziona sia su dispositivi iOS che Android. Rileva un backup del dispositivo e lo analizza per scovare eventuali indicatori di compromissione provenienti da Pegasus. Se un backup è crittografato, MVT può decrittografarlo senza doverne fare un’altra copia. Il kit ha bisogno di circa 10 minuti per essere attivo, dopodiché agirà in una manciata di secondi o minuti. Mediamente bastano uno o due minuti.
Claudio Guarnieri, direttore del Security Lab di Amnesty International, ha dichiarato: “Ci sono un sacco di pezzi in questo puzzle, essenzialmente, e si incastrano tutti molto bene. Non ho dubbi che quello che stiamo guardando sia Pegasus perché le caratteristiche sono molto specifiche e tutte le tracce trovate confermano la nostra teoria”.