Il rover della Nasa ha collezionato due campioni di rocce contenenti argilla dall’argine del cratere formatosi circa 3,6 miliardi di anni fa per mano di un asteroide. Qui si è scoperto un pezzo contenente solo metà dei previsti minerali argillosi con preponderanza di ossidi di ferro, ovvero quelli che conferiscono il tipico color ruggine alla superficie del pianeta.
Il team di esperti ritiene che la comparsa dell’argilla possa indicare la persistenza di acqua- Tom Bristow, autore dello studio, riporta:
“Pensavamo che una volta formatisi, questi strati di minerali argillosi rimanessero tali. Ma in seguito le salamoie hanno distrutto questi minerali argillosi in alcuni punti”.
Secondo gli scienziati il processo di diagenesi – trasformazione chimica nei sedimenti – potrebbe aver creato nuova vita su Marte cancellando le prove su vecchie forme di vita. Le tracce potrebbero essere state cancellate definitivamente proprio a causa delle condizioni chimiche avverse dovute all’acqua salata.
La ricerca non ha rivelato informazioni sui cambiamenti climatici ma i ricercatori si dicono entusiasti dei risultati ottenuti consolidando una ricostruzione cronologica degli eventi piuttosto fedele.