Con l’arrivo dei vaccini si è potuto sperare di uscire dalla pandemia in tempi brevi. Ogni persona che ha ricevuto almeno una dose dei trattamenti ha potuto credere di non dover avere più a che fare con il coronavirus, almeno la quasi totalità di questi. Purtroppo con la variante Delta lo scenario è completamente cambiato e il rischio è tornato a interessare tutti concretamente.
Essere vaccinati ha ovviamente dei benefici rispetto a non esserlo. I sintomi sono lievi in quanto nella maggior parte dei casi si tratta di un caso di Covid-19 particolarmente blando. Di solito si tratta di sintomi che ricordano altro, come un semplice raffreddore o una banale influenza. Per esempio, il mal di testa risulta essere il più comune come anche il mal di gola. Un’altra coppia sono i dolori muscolari o quelli articolari. Per finire, ritorna la perdita del gusto e dell’olfatto
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Tutt’ora risulta difficile quantificare la protezione offerta dai vaccini. Per esempio, per quanto riguarda il trattamento di Pfizer i dati sono alquanto discordanti, soprattutto quelli che arrivano da Israele. All’inizio si parlava del 95% nel prevenire i casi sintomatici, ma poi si è parlato del 64% e ora anche meno del 40%. Per quanto riguarda la protezione contro i casi gravi invece, la percentuale rimane alta, anche oltre il 90%.
Attualmente quelli più a rischio di venire contagiati dalla variante Delta sono i più giovani, ma per motivi non legati alla biologia. Per cominciare, sono le fasce lasciate per ultime rispetto ai programmi vaccinali e in aggiunta sono quelli che con più facilità si trovano assembrati ora che non ci sono praticamente più misure restrittive.