Utilizzando una serie di potenti radiotelescopi in alto nelle montagne desertiche del Cile settentrionale, gli astronomi hanno confermato la prima scoperta di esolune aliene.
Nel nostro sistema solare ci sono oltre duecento lune conosciute. La luna solitaria della Terra brilla regolarmente nel nostro cielo notturno e sappiamo dai telescopi e dalle navicelle spaziali che i pianeti senza luna sono un eccezione, piuttosto che una regola. Degli otto pianeti maggiori, solo Mercurio e Venere non hanno satelliti naturali.
Ne abbiamo individuati 14 intorno a Nettuno, Urano ne ha almeno 27 e Giove e Saturno sembrano essere in competizione per vedere chi ne ha di più (attualmente Saturno sta vincendo con 82, su Giove che invece ne ha 79). Anche la coppia binaria di pianeti nani Plutone e Caronte ha quattro lune comuni.
Guardando nella galassia, abbiamo prove di migliaia di esopianeti in orbita attorno ad altre stelle finora. Le stime ne contano bilioni. Tuttavia, fino ad ora, dobbiamo ancora trovare prove conclusive di eventuali esolune in orbita attorno a quegli esopianeti, e quindi prove che possa esistere la vita e quindi delle forme intelligenti capaci di superare il nostro intelletto, o uguagliarlo.
Parte della ragione risiede nella piccola dimensione rispetto al loro pianeta ospite. Quindi, anche una luna delle dimensioni della Terra in orbita attorno a un immenso gigante gassoso rimarrebbe nascosta ad anni luce di distanza.
La formazione dei pianeti potrebbe essere la chiave
Due anni fa, e’ stata esaminata una giovane stella chiamata PDS 70, a circa 400 anni luce di distanza, gli astronomi trovarono lì due esopianeti. Erano molto simili a Giove e Saturno, ma erano ancora in fase di formazione. Le immagini che hanno raccolto non erano abbastanza nitide per dirlo con certezza. Tuttavia, gli scienziati pensano che almeno uno di questi giganti gassosi alieni potesse essere circondato da una cintura di materiale che forma la luna noto come disco circumplanetario.
Secondo l’European Southern Observatory (ESO): “I pianeti si formano in dischi polverosi attorno a giovani stelle, scavando cavità mentre divorano materiale da questo disco circumstellare per crescere. In questo processo, un pianeta può acquisire il proprio disco circumplanetario, che contribuisce alla crescita del pianeta regolando la quantità di materiale che cade su di esso.”