Il metaverso non ha una definizione specifica, ma il venture capitalist Matthew Ball – che Zuckerberg ha raccomandato sull’argomento in un’intervista a The Verge – espone una serie di caratteristiche che potrebbe avere. Il metaverso è uno spazio persistente, sincrono, abbraccia sia il mondo digitale che quello fisico. Dunque, offre “un’interoperabilità senza precedenti” e con un’economia “autonoma” pienamente funzionante. È come se fosse “internet in carne ed ossa”.
“Utilizziamo i nostri smartphone tutti i giorni. Sono relativamente piccoli. La maggior parte del tempo stiamo fondamentalmente mediando le nostre vite e la nostra comunicazione attraverso questi piccoli rettangoli luminosi. Penso che le persone non dovrebbero interagire così”, spiega Zuckerberg. “La tecnologia dovrebbe emulare un certo senso di condivisione dello spazio in comune”. Mentre molti pensano al metaverso in termini di set per la realtà virtuale, Zuckerberg vuole connettere tutto tramite Facebook: VR, AR (realtà aumentata o mista), PC, dispositivi mobili e console di gioco. “Vorrei realizzare una sorta di ibrido tra le piattaforme social di oggi”.
Facebook ha investito nella realtà virtuale e aumentata, in particolare attraverso il suo Oculus Quest. “Gli smartphone sono nati insieme a Facebook, quindi non abbiamo avuto un ruolo importante nel plasmare lo sviluppo di quelli piattaforme”, ribatte Zuckerberg. Tra l’altro, di recente Apple ha anche bloccato il monitoraggio della pubblicità sugli iPhone che genera enormi profitti per Facebook.
A parte gli sviluppi tecnologici, un problema che dovrà essere affrontato è la regolamentazione del metaverso, un problema che perseguita Facebook da anni. “Il software che vogliamo creare, in cui le persone possono lavorare o uscire e costruire questi mondi diversi, sarà ovunque, servirà per qualsiasi cosa. Quindi se altre aziende costruiscono piattaforme VR o AR, il nostro software sarà anche lì”.