Nonostante le nuove libertà concesse agli utenti per la gestione dei permessi è più che normale che le app collezionino una miriade di dati personali che puntano, a detta delle rispettive società, ad un miglior affinamento tecnico per l’esperienza utente. Da una indagine sono state rese note le categorie e le tipologie di applicazioni più avide di informazioni sensibili.
SurfShark ha condotto le sue analisi prendendo in esame 200 app tra le più scaricate negli USA e confrontandole poi con le Privacy Labels di ciascuna, così da delineare un profilo ben definito per ciascuna di esse. Come prevedibile le peggiori in tal senso sono i social media e le app per il food delivery mentre all’estremo opposto si trovano i software per il web surfing e gli editor di immagini. Scopriamo di più al riguardo.
App che “rubano” dati, ecco quali sono le peggiori categorie e gli insospettabili protagonisti
L’app che in assoluto chiede e colleziona più dati è sicuramente Facebook, seguita da Clubhouse ed Amazon. Non sono sicuramente da meno le applicazioni per la gestione della posta come Gmail e Spike mentre meno incisivo è l’impatto di Google Chrome e Brave, seppur presente.
Nell’ambito della IM il software Facebook Messenger supera WhatsApp, quest’ultimo meno invasivo di concorrenti come Zoom, Teams e Discord seguiti da Signal ed in ultima posizione Telegram.
Si invita l’utenza a prendere visione completa di quanto riportato nel report della compagnia di analisi attingendo alle informazioni dal presente indirizzo. Ciò potrebbe esservi di aiuto nella scelta di alcune applicazioni rispetto ad altre al di là dell’aspetto puramente funzionale.