Il dibattito sui vaccini contro il Covid prosegue nel corso di quest’estate e si arricchisce di un nuovo ed importante capitolo. Sugli organi di stampa nazionale ed internazionali, infatti, nelle ultime ore si è tornato a parlare di una possibile terza dose per il vaccino Pfizer da proporre a fasce ben precise della popolazione.
La possibilità di una terza dose nasce da alcune rilevazioni scientifiche. Stando ad uno studio interno alla stessa casa farmaceutica produttrice, l’efficacia del vaccino diminuirebbe nel giro di sei mesi. Dal 95% previsto dopo il completamento della seconda dose si scenderebbe a circa l’80%.
Il calo della protezione potrebbe esporre la popolazione ad una ripresa della circolazione virale: da qui il ricorso alla terza dose. In Italia, la questione è stata affrontata dall’immunologo Francesco Le Foche che ha parlato di un ulteriore richiamo come conseguenza inevitabile
dinanzi alle inedite evidenze della ricerca.La terza dose di Pfizer, sempre secondo Le Foche, sarebbe utile anche per contrastare la diffusione della variante Delta, grazie ad una protezione 11 volte maggiore della doppia inoculazione.
Non tutte le categorie di cittadini dovrebbero però sottoporsi a nuovo vaccino Pfizer. La priorità in questo caso andrebbe a tutti i soggetti anziani e a coloro che hanno importanti patologie pregresse.
Mentre in Italia la discussione sta per entrare nel vivo, altre nazioni già hanno preso una decisione ferma. Israele, ad esempio, in vista dell’inverno effettuerà terza dose Pfizer a parte della sua popolazione più fragile per frenare ancor di più la circolazione del Covid.