Si fa sempre più concreta l’ipotese di una terza dose per il vaccino Pfizer. La discussione è entrata nel vivo anche in Italia. Di ieri, le parole di Silvio Brusaferro, membro del CTS, che ha parlato di una possibile terza somministrazione legata perlopiù alla popolazione anziana ed ai pazienti con malattie pregresse.
Molti paesi già hanno previsto simile scenario per il prossimo autunno. Israele, ad esempio, ha programmato una terza somministrazione con il vaccino Pfizer per mantenere alta la soglia dell’immunità di gregge.
La possibilità della terza dose giunge direttamente dalla casa farmaceutica americana, a seguito delle analisi di uno studio interno. La stessa Pfizer ha infatti preventivato un calo dell’efficacia del vaccino, sei mesi dopo la somministrazione della seconda dose. La protezione dall’infezione scenderebbe dal 95% preventivato all’80/85%. Confermata invece la protezione totale contro le ospedalizzazioni gravi ed i decessi.
Ad influenzare questo scenario è anche l’insorgenza di una serie di diversi fattori, rispetto alla scorsa primavera. La variante Delta (divenuta preponderante in Italia, con oltre il 95% dei casi) è infatti molto più infettiva rispetto anche alla variante Alfa della primavera. Per evitare scenari tragici come quelli degli scorsi mesi è quindi richiesta una vaccinazione di massa.
La terza dose di Pfizer sarà ora al vaglio delle autorità sanitarie competenti in Italia, dall’AIFA al CTS. Nel corso delle prossime settimane potrebbero arrivare ulteriori novità in merito, anche sulla base dell’incidenza pandemica e sui nuovi studi condotti dalla medesima azienda farmaceutica.