Sarà sufficiente possedere uno SPID o accedere tramite Carta d’identità elettronica per prendere parte al referendum Eutanasia legale. Potranno utilizzare la firma digitale tutti coloro che non hanno ancora firmato nei numerosi stand fisici.
La firma digitale darà modo a tutti di partecipare e manifestare la propria opinione in merito alla tematica. “Una riforma storica, una vittoria per chi crede che la democrazia sia per tutti“, afferma Staderini.
La possibilità di firmare a distanza arriva anche in Italia dando prova della volontà di rendere la democrazia realmente alla portata di tutti i cittadini. Guardando ai fatti del 2019 e all’accusa mossa dalle Nazioni Unite al nostro Paese per violazione del Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici, per via dell’incapacità di porre rimedio agli impedimenti alla raccolta firme per referendum, si tratta di una vera e propria svolta.
L’azione non riguarderà esclusivamente il referendum Eutanasia legale. A partire da gennaio 2022 sarà messa a disposizione dei cittadini una piattaforma di governo
destinata alla raccolta firme per le iniziative future.La nuova modalità di partecipazione ha già mostrato i suoi vantaggi. L’Associazione Luca Coscioni ha raccolto ben 18.000 consensi in sole tre ore dall’apertura della raccolta firme digitali e, avendo già raggiunto un totale di 400.000 firme, avrà tempo fino al 30 settembre per ottenere le ulteriori 100.000 firme necessarie al raggiungimento dell’obiettivo.
E’ possibile firmare accedendo alla piattaforma https://referendum.eutanasialegale.it/firma-digitale/ e seguendo le informazioni riportate.
Il sito ufficiale offre, inoltre, tutti i dettagli necessari al fine di conoscere i motivi che stanno alla base della richiesta di approvazione di una legge che garantisca ai soggetti interessati di poter scegliere.
Il Referendum Eutanasia legale richiede, quindi, l’abrogazione parziale dell’art. 579 c.p., che continuerà a garantire la sicurezza dei minori di 18 anni, dei cittadini incapaci di intendere e volere e di persone vulnerabili, dando comunque la possibilità di porre fine alle proprie sofferenze a tutte quelle persone gravemente malate che in Italia, oggi, non hanno ancora il diritto di decidere.