Pare sia al vaglio una nuova riforma di riscossione che sta piacendo a tutti, soprattutto a chi ha debiti pregressi con il Fisco. Una sorta di “paese dei balocchi” per i contribuenti insolventi e che devono ancora onorare diverse cartelle esattoriali. In pratica, sarebbe al vaglio del Governo Draghi la proposta, mossa da Agenzia delle Entrate e da Agenzia delle Entrate Riscossione, di cancellare automaticamente le Cartelle Esattoriali dopo 5 anni. Ecco tutti i dettagli.
Cartelle Esattoriali: al vaglio la cancellazione automatica dopo 5 anni
Grazie ai recenti provvedimenti in ambito fiscale a favore dei contribuenti, molti hanno potuto respirare. Messi in atto dall’ex Governo Conte e dal nuovo Esecutivo Draghi, hanno contrastato la crisi economica causata dalla pandemia da Covid-19, come meglio potevano. Soprattutto in merito alle Cartelle Esattoriali insolute da tempo.
Rottamazione ter e saldo e stralcio sono boccate di ossigeno per chi è in debito con il Fisco. Ora però sembra che decisioni a tempo o destinate all’occasione non bastino più. Sembrano sempre più necessarie riforme volte a semplificare l’Erario e, al tempo stesso, aiutare chi ha sempre pagato.
Pochi giorni fa avevamo visto tutte le Cartelle Esattoriali compatibili alla cancellazione. Questa volta però si tratta di una cosa molto più grande e interessante. In pratica sembra che sia al vaglio l’idea di introdurre un sistema tale per cui l’Agenzia delle Entrate abbia un tempo limite per riscuotere quanto gli spetta.
Quindi, passati i 5 anni le Cartelle Esattoriali con importo pari o inferiore a 5.000 euro dovrebbero cancellarsi automaticamente. Un po’ come quanto indicato nel recente Decreto Sostegni, soltanto che quest’ultima sarà una riforma permanente.
Sarebbero due gli aspetti positivi frutto della cancellazione automatica delle Cartelle Esattoriali passati i 5 anni:
- riduzione della mole di lavoro all’Agenzia delle Entrate e all’Agenzia delle Entrate Riscossione;
- un aiuto fiscale a chi davvero fa fatica nello stare al passo con le scadenze del Fisco.
Resta comunque aperta una domanda: non sarà che questa nuova formula, se approvata, favorirà i furbetti?