Al vaglio del Governo Draghi c’è un’importante riforma fiscale che, se vuole abbassare le tasse, dovrà introdurre anche una patrimoniale. Questo equilibrio economico ha fatto scattare l’allarme dei più che vedono in questa imposta un furto, una sorta di prelievo forzoso dei propri beni. Pare però chiaro che, se da qualche parte occorre tagliare, da qualche altra si dovrà prendere. Il male minore sarebbe proprio attingere da chi non andrebbe in affanno.
Patrimoniale: sarebbe sul tavolo del premier Mario Draghi
Sul tavolo del premier Mario Draghi c’è una delle riforme fiscali più importanti di sempre, auspicata da tutti. Per alcuni dovrebbe ridurre le tasse che, così come sono, stanno diventando soffocanti per i contribuenti.
Comunque, i tre temi principali sono tasse, flat tax e, udite udite, patrimoniale. Anche perché quest’ultima dovrebbe riequilibrare una riduzione delle imposte sul gettito fiscale. Altrimenti le entrate nelle casse dello Stato si ridurrebbero prepotentemente causando altri problemi e un deficit nel sostenere servizi quali, ad esempio, la sanità.
L’idea quindi sarebbe quella di colpire i redditi del capitale e le tasse di successione. In pratica il modello proposto dalla sinistra italiana. Una sorta di patrimoniale vista da una prospettiva differente.
Ovviamente questa decisione striderebbe un po’ con la linea di pensiero di Draghi esposta proprio in concomitanza con la sua nomina a premier: “Non è tempo di prendere soldi, ma di darli“.
È altrettanto ovvio però che, se la coperta è troppo corta, coprendo da una parte si scoprirebbe l’altra. Quindi, come hanno detto bene i due economisti de La Repubblica, Tito Boeri e Roberto Perotti, per ridurre le tasse alla classe media e abbassare la pressione fiscale, occorre puntare su altre tassazioni. Così si sono espressi in un interessante articolo pubblicato su noto quotidiano nazionale:
“Le proposte dei partiti e il documento della commissione bicamerale hanno tre obiettivi principali (oltre alla sempreverde lotta all’evasione): ridurre il carico fiscale, soprattutto sulla “classe media“; spostare il carico fiscale dal lavoro ad altre basi imponibili per stimolare il lavoro e la crescita; e semplificare. Per analizzare concretamente questi obiettivi, bisogna partire da un dato di fatto: nelle intenzioni del governo la riforma sarà a costo zero, cioè non dovrà aumentare il disavanzo di bilancio“.
In conclusione pare che la patrimoniale sia una preoccupazione esagerata. Occorre invece aprire la mente e capire cosa potrebbe esserci realmente dietro una tassazione simile. Anche perché, lo ricordiamo, i soldi fermi sul conto corrente perdono costantemente il loro potere d’acquisto. Cosa c’è di meglio, invece, di dare un futuro migliore alle giovani generazioni?