Un aspetto che molti stanno sottovalutando è che per la prima volta con lo switch off della rete 3G, sono gli operatori telefonici a decidere da soli e autonomamente. Lo Stato è stato messo in panchina. Questo potrebbe essere l’inizio di uno scenario alquanto pericoloso che sta preoccupando molti, vicini al mondo della telefonia mobile. Scopriamo insieme tutti i dettagli.
3G: addio rete di terza generazioni
A stabilire l’addio al 3G, ovvero la rete di terza generazione, sono stati gli operatori telefonici in tutta autonomia. Vodafone, per esempio, ha già completato la conversione delle celle trasformandole tutti in 4G e 5G. L’annuncio è stato fatto nel 2020 e a inizio 2022 tutti i lavori di dismissione erano già terminati.
TIM in merito al 3G ha annunciato, in occasione della presentazione del bilancio finanziario e dei futuri progetti, che chiuderà le reti entro la fine del 2022. Iliad seguirà la stessa strada. Questo anche se la sua voce è meno tuonante rispetto a quella di WindTre che da anni si divide il mercato con gli altri due colossi.
Entra poi in gioco un altro fattore importante. Il riutilizzo delle frequenze. Infatti, ai più esperti può balzare all’occhio che riconvertendo le celle l’operatore con più disponibilità sarà in grado di offrire maggiori servizi. Un esempio? Basta vedere quello che sta succedendo con il nuovo Digitale Terrestre. È un po’ diverso dal 3G, certo, ma la condizione similare si presta molto bene all’esemplificazione fatta da “key4biz” in un suo interessante articolo:
“L’esempio tipico di tutto ciò sono le frequenze televisive: prima si trasmetteva con il DVB-T adesso si trasmetterà con il DVB-T2. Con il DVBT si aveva una certa capacità, di 20 Mbps, con il -T2 si passa a 40 Mbps“. Quale scenario si sarebbe potuto presentare se non fosse intervenuto lo Stato? Molto simile a quello che vediamo oggi con l’addio al 3G.
Il pericolo
Ovviamente il pericolo è dietro l’angolo e, come detto prima, la stessa situazione si sta ripetendo con il 3G. Solo che ora siamo molto più avanti. Ecco come continua l’articolo:
“I vecchi operatori televisivi avrebbero potuto dire che se la tenevano loro la banda 700, perché passando a 40 Mbps avrebbero avuto molta più capacità a disposizione, che gli avrebbe consentito di fare tutto quello che facevano prima più altre cose. Ad esempio, trasmettere in HD e 4K, ma anche in 8K. Fare concorrenza al satellite, alla banda larga fissa“.
In questo caso però lo Stato è intervenuto impedendo questo esito pericoloso. Succederà lo stesso con il 3G? Staremo a vedere, ma per ora gli operatori telefonici stanno agendo in tutta tranquillità.