Il Ban imposto dagli Stati Uniti a Huawei sta influenzando pesantemente le scelte effettuate dall’azienda. Il produttore si è visto negare la possibilità di collaborare con tantissime aziende che in precedenza erano partner strategici.
Infatti, il Ban impedisce alle aziende che utilizzano tecnologie ritenute cruciali dagli Americani di fornire componenti a Huawei. Questa situazione ha complicato la vita al brand che ha dovuto trovare nuovi fornitori per riuscire ad assemblare i propri device.
Ecco quindi che, secondo un report di NikkeiAsia, il gigante tecnologico ha più che raddoppiato l’uso di componenti realizzate in Cina per i nuovi dispositivi. Analizzando uno degli ultimi smartphone realizzati da Huawei, emerge come oltre il 60% dei pezzi è realizzato in madrepatria.
Huawei ha cambiato gran parte dei propri fornitori a causa del Ban imposto dagli Stati Uniti
Affidarsi a produttori locali, permette di accedere a tutte quelle tecnologie altrimenti irraggiungibili. Si tratta di una scelta obbligata per il brand che deve comunque realizzare nuovi dispositivi per poter competere sul mercato.
In particolare, lo studio di ricerca ha effettuato le analisi sulle singole componenti di un Huawei Mate 40E. Dallo smontaggio emerge che il cambiamento interno è netto rispetto ad un Mate 30. Tuttavia, alcuni elementi come il SoC o i modem sono ancora realizzati da aziende americane.
Questo è possibile a seguito di alcune deroghe speciali che permettono a Hauwei di collaborare, per esempio, con Qualcomm. Nonostante questi permessi, l’azienda Cinese non può avere accesso a tecnologie come il 5G, quindi la scelta è comunque limitata.
Inoltre, le deroghe sono sempre soggette all’approvazione da parte del Governo Americano, quindi la situazione potrebbe cambiare senza preavviso. Per questo, il produttore cerca di creare una catena di fornitori quanto più sicura possibile affidandosi ad aziende non soggette alla restrizioni del Ban.