Il CEO di Twitter, Jack Dorsey, ha rivelato cosa intende fare con la sua misteriosa startup TBD. Trattasi di una fazione della società di pagamenti Square. L’obiettivo di Dorsey è sviluppare uno scambio decentralizzato che democratizzerà l’accesso alla criptovaluta, in particolare ai bitcoin.
“Abbiamo deciso la direzione che prenderà TBD: aiutaci a costruire una piattaforma aperta per creare uno scambio decentralizzato di bitcoin”, ha twittato Dorsey. Mike Brock, direttore generale di TBD, ha fornito maggiori dettagli sulla missione dell’azienda in una serie di tweet. “Ci sono state molte speculazioni su cosa sia e cosa non sia TBD. Crediamo che il bitcoin sarà la valuta nativa di Internet. Sebbene ci siano tanti altri progetti per decentralizzare Internet, il nostro obiettivo è esclusivamente ottenere un sistema monetario per tutti”.
Dorsey: il CEO di Twitter mira a decentralizzare il bitcoin e renderla la moneta più utilizzata per eccellenza
Brock ha spiegato i problemi con servizi come Coinbase e Cash App. Piattaforme come queste sono centralizzate e soggette a restrizioni e regolamenti per gli utenti in diverse parti del mondo. “Questo è il problema che risolveremo: semplificare i finanziamenti in qualsiasi parte del mondo”. “Puoi pensare a questo sistema come se fosse uno scambio decentralizzato per fiat.” Affinché il bitcoin raggiunga il suo potenziale come sistema elettronico peer-to-peer universale, è necessario procedere passo dopo passo.
Le transazioni lente e costose sono risolvibili tramite protocolli di “livello 2”, tuttavia devono essere implementati su larga scala affinché la criptovaluta possa diventare una forma di pagamento di massa. Non c’è ancora uno scambio di bitcoin decentralizzato che risolva gli altri problemi relativi all’acquisizione e allo scambio delle valute digitali. “Questa piattaforma sarà interamente open-source, a protocollo aperto e qualsiasi portafoglio sarà in grado di utilizzarla”, conclude Brock. “Nessuna fondazione o modello di governo controllerà TBD. Non ci sarà alcuna autorizzazione”.