Realme, forte del successo del Realme GT (il nuovo flagship killer 2021), ha presentato questo Realme GT Master Edition: dal nome potrebbe sembrare una rivisitazione con un rilancio di specifiche tecniche e prestazioni rispetto al modello lanciato pochi mesi fa, ma così non è stato. Il vero rilancio c’è stato, ma sotto il profilo del design, su cui Realme sta puntando davvero moltissimo in questi ultimi due anni. A firmare il retro di questo Realme GT Master Edition è un nome importante nell’ambito del design, il designer industriale Naoto Fukasawa, classe 1956, che vanta esposizioni permanenti anche al MoMA di New York. Al di fuori di questo aspetto purtroppo la Master Edition fa fatica a convincere a causa di sacrifici tecnici che migliorano il prezzo a fronte di prestazioni decisamente inferiori. Ma scopriamolo meglio nella recensione approfondita!

 

Design

Come abbiamo detto nell’introduzione, il nome di spicco di Fukasawa riesce senza dubbio ad attrarre utenti e appassionati, anche perché a tutti gli effetti questo design non è niente male e devo dire che ha convinto tutta la redazione. Ci troviamo di fronte ad una colorazione grigia con una lavorazione “concava e alternata” ottenuto con la pressatura a caldo della finta pelle utilizzata da Realme già nella versione GT di colore giallo. Un’esperienza di design che si riflette non solo sotto il profilo puramente estetico, ma anche sotto quello tattile, grazie alla bella sensazione della vegan leather sulla mano, grazie ad un buon grip e un retro che non si sporca praticamente mai.

Sotto il profilo delle dimensioni e del peso Realme ha fatto ancora una volta un buon lavoro, senza proporre nuove soluzioni, ma concedendo al mercato un nuovo smartphone dal peso contenuto a soli 180g (174g per le normali colorazione bianca e nera) e uno spessore di appena 8mm. Di fatto, grazie alla soluzione della finta pelle, Realme GT Master Edition si distingue dal resto degli smartphone medio gamma per una buona rifinitura, che a primo impatto regala una buona sensazione, senza dubbio superiore alla fascia di prezzo, ma smorzata leggermente dal frame laterale completamente in plastica.

 

Display

Nonostante il prezzo inferiore rispetto al GT liscio, fa piacere trovare anche in questo caso un pannello con refresh rate a 120Hz: certo non tutte le app sono in grado di sfruttarlo, ma dove serve riesce a fare la differenza in scorrevolezza e sensazione di fluidità, per un’esperienza tutto sommato migliorata rispetto agli ormai classici 90Hz. Il pannello Samsung Super AMOLED da 6.43″ con risoluzione FHD+ (2400×1080 pixel) costituisce un plus nell’ottica generale del dispositivo, fornendo dei colori molto contrastati e dei neri molto profondi, come siamo ormai abituati da qualche tempo a questa parte. Dove il Master Edition perde qualcosa è sotto il profilo della luminosità, con un picco dichiarato a 1000nits, che regge bene la luce ambientale durante la maggior parte delle situazioni, ma che fatica sotto il sole estivo diretto. D’altro canto però ottima l’ottimizzazione dell’aggiornamento al tocco di 360Hz e il supporto del 100% allo spazio colore P3 DCI, per restituire colori fedeli e accurati.

Sotto il display, nella parte bassa, troviamo anche il sensore per lo sblocco con l’impronta digitale: buono il posizionamento e ottima la riconoscibilità per lo sblocco, con una precisione di 98 su 100 sblocchi nella nostra classica prova di affidabilità e velocità.

 

Prestazioni quotidiane e gaming

Dove troviamo un downgrade rispetto al Realme GT è proprio nella scelta del processore, che passa dal top di gamma SD888, allo Snapdragon 778 5G. Ma questo aspetto non è necessariamente un aspetto negativo, poiché abbiamo avuto modo di provare diversi smartphone con Snapdragon 888, ma quasi inutilizzabili per temperature e consumo di batteria. Quindi, possiamo considerarci soddisfatti di questo processore, che integra anche il supporto al 5G, e che nell’utilizzo reale in accoppiata al refresh rate da 120Hz garantisce una fluidità davvero eccellente e dei consumi estremamente contenute. Non abbiamo riscontrato impuntamenti o problemi nel far girare le solite app social, quelle di messagistica e altre tra le più usate dagli utenti. Ma è nel mondo del gaming che il 778 paga di più rispetto al fratello maggiore. Sia chiaro, ormai è difficile trovare un telefono che non riesce a far girare un gioco, perfino i più pesanti, ma a costo di avere un refresh rate più basso o delle impostazioni grafiche ridimensionate. Ottime le prestazioni con COD Mobile e PUBG con grafica media, ma soprattutto eccellente il lato temperature, contenute nella maggior parte dei casi sotto i 40° anche sotto stress.

Sono due le versioni disponibili sul mercato: quella 6/128 e quella 8/256, in grado di fornire ram e memoria a seconda delle varie necessità. La versione testata in redazione è quella 8/256, per una resa ottimale nel multitasking e nel tenere le app aperte e scattanti in background. Da qualche tempo inoltre Realme è riuscita ad implementare una nuova funziona relativa all’espansione della ram con la memoria interna, che permette tramite le impostazioni di usare fino a 5GB di archiviazione per migliorare le prestazioni generali dello smartphone. Infine, Android 11 e la Realme UI 2.0 riescono a regalare un’esperienza fluida e priva di problematiche o bug. Peccato per l’aspetto audio, pesantemente limitato con audio mono e una qualità penalizzante sia in gaming, che poi nell’ascolto musicale.

 

Batteria

I vantaggi di un processore meno potente risiedono quasi sempre nel consumo energetico. Non solo troviamo dei consumi ridotti nonostante i 120Hz dello schermo, ma anche gestiti alla perfezione in relazione alla fluidità e alle prestazioni generali del dispositivo. Si arriva tranquillamente a fine giornata, anche con della batteria residua e con un uso decisamente intensivo, con diverse mail in push, Whatsapp, Telegram, social vari, streaming con Netflix e Disney+ e molto molto altro. 4300mAh la capienza della batteria con supporto a ricarica rapida SuperDirt a 65W (con caricabatterie incluso nella confezione), per una ricarica garantita in circa 30 minuti.

 

Fotocamera

Un passo indietro è stato fatto dall’azienda anche per quel che riguarda le fotocamere: già quelle montate dal Realme GT non ci avevano fatto impazzire, o comunque era in linea con la fascia di prezzo proposta, mentre in questo caso la qualità è stata ulteriormente abbassata. Ne troviamo tre sul lato posteriore e una sul lato anteriore:

  • Fotocamera principale da 64 MP, Lunghezza focale 25,3mm, 80.5° FOV, Apertura f/1.8 Sensore 1/2 pollice, Lente 6P
  • Fotocamera ultra-grandangolare da 8MP, Lunghezza focale 15,8mm, 119° FOV, Apertura f/2.3, Obiettivo 5P
  • Obiettivo macro 2MP, Distanza focale 4cm, Apertura f/2.4
  • Fotocamera selfie Sony da 32 MP, 85° FOV, Apertura f/2.5

La principale da 64MP rende bene di giorno, con un dettaglio ottimo delle foto, che però peccano leggermente di contrasto. Se ne vede troppo, soprattutto nei contorni scuri delle fotografie: si tratta di una ricerca insensata e portata all’estremo del miglioramento fotografico di questi tempi, che con l’intervento dell’AI e dell’HDR rende innaturale e forzata la resa dell’immagine. Fino a qualche tempo fa questo aspetto era rilegato alla modalità notturna, che regalava foto di notte che sembravano scattate di giorno, ma si è poi esteso, come possiamo vedere con questa Master Edition, anche ad altre modalità in maniera super-invasiva. La fotocamera grandangolare ha un buon fov, ma soffre leggermente sotto il profilo del dettaglio a causa degli 8MP, con delle foto più buie rispetto alla fotocamera principale e con una gradazione tonale leggermente più fredda. Quasi inutile come sempre la fotocamera macro, che ci permette di fare fotografie estremamente ravvicinate, appena a 4cm dal soggetto, ma che poi soffre per i soli 2MP del sensore; lo stesso vale per lo zoom, completamente digitale grazie all’interpolazione di pixel, che non regala grandi scatti a distanza nonostante il sensore da 64MP. La fotocamera anteriore infine restituisce buone foto, anche se non tra le migliori sul mercato, e soffre come la fotocamera principale in ambienti poco illuminati. Ed è proprio di notte che emergono tutte le limitazioni di un sensore da mezzo pollice, che non viene nemmeno aiutato molto lato software: sono visibili diversi flare in corrispondenza delle fonti di luce, mentre nelle zone più buie il rumore e gli artefatti si fanno vedere più che su altri modelli.

Lato video è supportata la registrazione in 4K fino a 30FPS e a 1080p fino a 60FPS: presente la stabilizzazione, che pero riduce notevolmente l’area di ripresa, mentre il panning risulta un po’ scattoso.

 

Conclusioni e prezzo

Disponibile in due diverse versioni, 6/128 e 8/256GB, con un prezzo a partire da 349€, Realme GT Master Edition non possiede tutti gli strumenti necessari ad attaccare con successo assoluto la fascia media del mercato, monopolizzata da OnePlus Nord 2, a causa di alcuni piccoli particolari che lo penalizzano nella resa finale: dalle fotocamere troppo contrastate (vi consiglio di dare un’occhiata alla Google Camera), passando per un processore meno potente della concorrenza e audio mono, la Master Edition è master solo nel design e poco nelle prestazioni, pur sempre equilibrate ma non in grado di impensierire particolarmente altri modelli già presenti sul mercato.

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