Se pensiamo al mercato delle cuffie true wireless possiamo considerare come nel giro di pochi mesi si sia passati da auricolari scomodi e dal sound di dubbia qualità a dei prodotti sempre più economici ma dalla qualità esponenzialmente migliorata. In questa piccola considerazione rientra pienamente l’esperienza dei Google Pixel Buds: con questo nuovo modello le vecchie Pixel Buds 2 sono decisamente state surclassate sotto diversi aspetti, in primis quello del prezzo, ridotto quasi del 50%. Sono infatti due le notizie buone e una quella cattiva: Pixel Buds-A tornano con un vantaggio in qualità e prezzo rispetto al modello precedente, ma lo fanno senza considerare l’avanzamento del mercato, sempre più competitivo in questo settore, che non consente neppure il più piccolo errore di calcolo. Ma scopriamole meglio nell’analisi approfondita di questa recensione!
Design e confort
Molto compatte queste Pixel Buds-A, con un design in-ear senza astina quasi invisibile. Una volta inserite nell’orecchio apparirà solo un piccolo cerchio grigio all’esterno. Sotto questo punto di vista sono molto simili alle nuove true wireless top di gamma Sony, a cui somigliano per forma e dimensioni. Rispetto al modello precedente, Pixel Buds 2, cambia davvero poco in termini di design nudo e crudo: siamo di fronte a piccolissimi cambiamenti nell’ordine di decimi di millimetro e una colorazione leggermente diversa. A detta di Google il piccolo supporto per il padiglione dell’orecchio che ha il compito di tenerle in posizione è stato reso più morbido e flessibile. Dopo un utilizzo intensivo però emergono le stesse identiche problematiche delle Buds 2: nel nostro caso dopo appena un paio d’ore di utilizzo si comincia a provare del dolore fisico nel tenere indossati gli auricolari, proprio in corrispondenza dell’archetto di gomma, che ci costringe a toglierle per far riposare l’orecchio. Ovviamente non tutti avranno questo problema, dato che anche il minimo cambiamento in termini di fisionomia potrebbero portare a drastici cambiamenti nella comodità o appunto nell’indossabilità del prodotto, ma si tratta di un elemento da tenere in forte considerazione. Leggerissime come sempre, e alleggerite anche di qualche milligrammo rispetto alle Buds 2, la qualità costruttiva delle Buds-A è eccellente e garantita da Google: sia nel caso degli auricolari veri e propri che della custodia di ricarica si nota una cura del dettaglio incredibile e una scelta di materiali estremamente piacevoli al tatto e che non raccolgono né sporcizia né impronte.
La colorazione degli auricolari presenta una parte più chiara sull’esterno e un grigio più intenso per la parte interna, con il logo Google, quasi invisibile sull’esterno del prodotto. LA custodia di ricarica richiama questo gioco di colori, con la parte interna grigia scura e quella esterna più simile ad un grigio ultra-chiaro che tende al bianco. Sul lato inferiore è presente il connettore USB Type C per la ricarica e sul lato frontale un led molto potente che indica il livello di carica degli auricolari e della custodia stessa. Infine, sul retro, un piccolissimo pulsante difficile persino da notare per attivare il pairing automatico del dispositivo con il proprio smartphone.
Qualità audio, Google Assistant e cancellazione del rumore
Con il passare delle settimane e dei mesi si riscontra un miglioramento sempre più tangibile della qualità sonora dei driver montati su auricolari true wireless. Questo è vero per Google Buds-A, così come per tanti altri modelli presenti sul mercato, ma il salto di qualità di questi auricolari è notevole soprattutto sotto il profilo dei bassi. Il driver da 12mm riesce a mantenere costanti tutte quelle qualità che presentavano i Pixel Buds 2, ma con un piccolo boost in più, che non guasta mai. Ovviamente non mancano gli aspetti che potrebbero essere migliorati: partiamo dalle frequenze medio alte, che non riescono a spiccare molto sopra i bassi, restituendo un sound molto cupo all’ascoltatore, che non migliora nemmeno con l’equalizzatore presente all’interno dell’app dedicata. Inoltre, il volume basso (uno dei problemi del modello precedente) non è stato risolto: quando pensavo di avere ancora molto spazio per l’aumento del volume mi sono trovato già al massimo, per un volume che non delude, ma che comunque potrebbe deludere chi cerca delle sonorità forti.
Passando alla cancellazione del rumore, Pixel Buds-A presenta solo una cancellazione passiva. Ottima nella maggior parte dei casi (con luoghi mediamente disturbati), ma non troppo efficace sui mezzi di trasporto o con il traffico cittadino. Inoltre, la necessità di isolare passivamente gli auricolari è probabilmente responsabile anche dell’aspetto penalizzante del confort già affrontato in precedenza. Questa è forse la più grande mancanza di questo device nell’ambito delle true wireless, per le quali l’ACN sta diventando a tutti gli effetti uno standard del mercato.
Ma preferisco chiudere con una bella funzione proposta da questo modello: l’integrazione ufficiale dell’assistente Google riesce ad essere molto utile in tante situazioni, semplicemente per sapere che ore sono, ma anche per effettuare una chiamata, mandare un messaggio o leggere una notifica senza tirare fuori lo smartphone. Si tratta di una funzione decisamente interessante, che dà un piccolo vantaggio alle Buds-A. Eppure per Google non ce n’é una che va giusta fino in fondo: se l’assistente è perfetto nelle risposte e nel fornire assistenza, purtroppo sono i microfoni a soffrire un po’. La mancanza dell’astina, che pone i microfoni molto più lontani dalla bocca influisce negativamente, poiché non consente di interagire correttamente con gli auricolari. Dentro casa, in ufficio, in giardino l’assistente si attiva correttamente pronunciando “Ok, Google”, ma per strada o con poca confusione non si attiva più o addirittura non riesce a comprendere i comandi più basilari. Si deve letteralmente urlare per farsi sentire e capire. Anche nelle chiamate la resa non è perfetta, anche se migliore rispetto all’esperienza dell’Assistente: una pecca che risiede proprio nella tipologia di design e non in una mancanza di tecnologia o di qualità del microfono.
Comandi Touch e funzionalità
La certificazione IPX4 rende questi auricolari resistenti al sudore e alla pioggia, ma non totalmente impermeabili, quindi attenzione a non farle cadere in acqua. I comandi touch presentano invece un lato positivo e uno negativo: sono super responsivi, forse tra i migliori provati fino ad ora (soprattutto molto precisi e intuitivi), ma peccano per la mancanza del controllo del volume. Una funzione comoda e che permette di gestire tutto in comodità, e che invece in questo modo ci costringe a tirare fuori il telefono e interagire i pulsanti del volume. Presenti anche i sensori infrarossi per la rilevazione in-ear, che funziona alla grande senza bug di sorta.
Batteria
La custodia estremamente compatta potrebbe far pensare ad una batteria ridotta, così come anche la mancanza delle astine. In realtà, seppur non le prime della classe, queste Pixel Buds-A fanno un buon lavoro, con una durata di circa 4 ore con ascolto di musica in streaming e qualche sporadica chiamata. Con l’aumentare delle chiamate si scaricheranno prima, quindi se passate tutto il giorno al telefono arriveranno a fatica alle 2 ore di utilizzo. La custodia di ricarica invece riesce a ricaricare completamente gli auricolari per quattro volte, con un tempo di ricarica completo di circa 2 ore.
Conclusioni e prezzo
È vero, queste Pixel Buds-A non sono perfette, ma come dicevo nell’introduzione arrivano sul mercato a quasi la metà del prezzo del modello precedente, 99€, e lo fanno con tanti aspetti migliorati o implementati con nuove tecnologie. I suoi punti di forza sono l’integrazione dell’Assistente vocale, dei comandi touch molto responsivi e un audio tutto sommato molto buono che punta principalmente ai bassi. Dall’altra la mancanza della cancellazione attiva o ibrida del rumore e un design dal confort dubbio le rendono meno allettanti per l’acquisto, soprattutto perché alcuni modelli come Ear(1) Nothing o Oppo Enco X e Enco Free 2, praticamente allo stesso prezzo, offrono un pacchetto completo. Eppure l’aspetto dell’assistente non è da sottovalutare e magari il design senza astina potrebbe fare proprio al caso vostro, sia per comodità che per costruzione.