La fusione nucleare è l’argomento in tema di energia maggiormente chiacchierato negli ultimi anni, i ricercatori coinvolti sono infatti convinti che la reazione che alimenta il nostro Sole sia il futuro dell’energia nella transizione dalle fonti fossili per risanare il pianeta.

I progetti in gioco sono tanti con tante tecnologie papabili a diventare lo standard del futuro, basti pensare al progetto ITER in fase di costruzione o allo Stellarator Wendelstein 7-X, che ha recentemente raggiunto una capacità di contenimento del calore in grado di portarlo a temperature doppie a quelle del nucleo del Sole.

A far discutere ora è un progetto detto SPARC, il quale vede coinvolti il Commonwealth Fusion Systems (CFS), uno spin-off del MIT di Boston, lo stesso ateneo e una serie di finanziatori, tra cui l’italiana Eni che è maggiore azionista.

 

Nuovi magneti superconduttori

La novità consiste sostanzialmente in una nuova tipologia di magnete superconduttore che, il 5 Settembre, è stato portato ad un’intensità di campo pari a 20 Tesla, valore che può sembrare basso ma che in realtà è mostruosamente grande per un campo magnetico.

Per chi non lo sapesse, nel processo di fusione nucleare controllato, i campi magnetici sono necessari per contenere il plasma a temperature elevatissime, ciò è reso possibile dal fatto che gli atomi costituenti il plasma hanno una carica, ciò permette dunque al campo magnetico di esercitare una forza su di loro e dunque di tenere il plasma lontano dalle superfici che altrimenti evaporerebbero.

Lo sviluppo di un magnete funzionante ha messo il CFS sulla giusta strada per la costruzione di un reattore funzionante in grado di produrre più energia di quella che consuma per funzionare.

La peculiarità di questo nuovo progetto sta nel fatto che i magneti superconduttori sono funzionanti ad “alte” temperature, essi sono costituiti da un nuovo materiale disponibile in commercio da pochi anni che se raffreddato a -253,7 gradi Celsius diventa superconduttore e produce il campo magnetico in grado di offrire delle prestazioni paragonabili a quelle ottenute con un dispositivo 40 volte più grande e costituito da superconduttori a bassa temperatura.

Il prodotto finale sostanzialmente è un magnete composto da 267Km di nastro piatto superconduttore che forma 16 piastre impilate all’interno di un involucro a forma di D.

Il dispositivo di confinamento verrà realizzato usando 18 di questi dispositivi a D che verranno aggregati a formare un unico campo di contenimento detto Tokamak, una struttura a ciambella ritenuta la più stabile e sicura nel contenere un plasma a temperature nell’ordine dei 100 milioni di gradi.

Articolo precedenteWhatsapp: da novembre decine di smartphone non saranno più supportati, ecco quali
Articolo successivoTIM, ok al bonus da 500 euro: lo sconto per queste tariffe