Nonostante siano passati nove mesi dall’approvazione dei quattro vaccini in Unione Europea e ancora di più dalla sperimentazione, ancora non tutti gli effetti collaterali di questi trattamenti contro il Covid-19 sono stati segnalati del tutto. Alcuni di fatto si conoscono da molto, ma solo dopo settimane di analisi dei dati sono stati confermati, come un recente caso.
L’EMA, dopo addirittura mesi dalle prime segnalazioni in merito, ha confermato il rischio di sviluppo della sindrome di Guillain-Barré in seguito alla somministrazione del vaccino di AstraZeneca, uno dei due trattamenti a vettore virale. Il motivo principale dietro tutto questo tempo è il fatto che su 592 milioni di somministrazioni ci sono stati appena 833 casi, perlomeno in data 31 luglio. Di fatto, con tale incidenza, è stato indentificato10 come possibilità molto rara.
Questo effetto collaterale non è un prerogativa dei vaccini Covid-19, ma negli anni è stato associato a diversi altri trattamenti comuni contro altre malattie e virus. La sindrome va a colpire i nervi danneggiandoli creando diverse problematiche fastidiose e in diversi casi anche gravi.
Se l’EMA in Europa è arrivata a questa conclusione di recente e solo per il vaccino di AstraZeneca, negli Stati Uniti la Food and Drug Administration lo ha segnalato anche per l’altro trattamento a vettore virale ovvero Johnson & Johnson; da specificare che a differenza che da noi, AstraZeneca non è tra i vaccini disponibili oltre oceano. Dopo questa segnalazione quindi il foglietto illustrativo del suddetto trattamento verrà aggiornato per indicare il rischio in questione.