“Per derivare le proprietà fisiche della struttura della galassia con una telescopio è necessario un tipo di lente particolare“, ha affermato il dott. Anastasio Díaz-Sánchez, astronomo presso l’Universidad Politécnica de Cartagena. “Un tale modello potrebbe essere ottenuto solo con l’imaging di Hubble“.
Situato nella costellazione meridionale di Fornax, GAL-CLUS-022058-38303 è un cosiddetto “anello di Einstein”, un’immagine distorta di una galassia lontana presa con lenti gravitazionali.
Nel dicembre 2020, il team di Hubble ha rilasciato l’immagine dell’oggetto come esempio di uno degli anelli di Einstein più grandi e quasi completi mai visti. GAL-CLUS-022058-38303 è stato soprannominato “Anello fuso” dagli astronomi, che allude al suo aspetto e alla costellazione ospite. Utilizzando i dati di Hubble e lo strumento FORS sul Very Large Telescope dell’ESO, gli astronomi hanno ora studiato GAL-CLUS-022058-38303 in dettaglio.
In particolare, Hubble ci ha aiutato a identificare le quattro immagini counters e gli ammassi stellari della galassia presa in considerazione.
Da questo modello di lente, il dott. Díaz-Sánchez e colleghi hanno calcolato il fattore di amplificazione, che è un effetto della lente gravitazionale.
Ciò ha permesso agli astronomi di studiare le proprietà fisiche intrinseche della galassia. Di particolare interesse è la determinazione della distanza della galassia, che mostra che la luce della galassia ha viaggiato per circa 9,4 miliardi di anni luce.
Cosa e’ stato scoperto
“Il rilevamento del gas molecolare, da cui sono nate nuove stelle, ci ha permesso di calcolare il preciso riscontro, dandoci quindi la certezza che stiamo davvero guardando una galassia molto lontana“, ha affermato Nikolaus Sulzenauer, studente al Max Plank Institute for Radio Astronomy.
I ricercatori hanno anche determinato che il fattore di ingrandimento della galassia è 20, il che rende coincide con la capacità di osservazione di Hubble.
“La galassia è una delle galassie più luminose“, ha affermato il dott. Helmut Dannerbauer, astronomo presso l’Istituto di Astrofisica delle Isole Canarie. “La nostra ricerca ha anche dimostrato che si tratta di una normale galassia a formazione stellare, una cosiddetta galassia di sequenza principale, all’epoca di picco della formazione stellare nell’Universo”.
“Possiamo vedere chiaramente i bracci a spirale e il rigonfiamento centrale della galassia nelle immagini di Hubble”, ha aggiunto la dott.ssa Susana Iglesias-Groth, anche lei dell’Istituto di Astrofisica delle Isole Canarie.
Questo ci aiuterà a comprendere meglio la formazione stellare in galassie lontane usando osservazioni pianificate.