La Lituania ha segnalato un modello Xiaomi per motivi di privacy e sicurezza. Il consiglio del governo è di non comprarlo o non usarlo. Nel documento ufficiale che ha diramato ci sarebbero anche altri due smartphone a fare compagnia a quello dell’azienda cinese. Si tratta di OnePlus e Huawei. Scopriamo insieme cosa è stato detto in merito e la risposta ufficiale di Xiaomi al governo lituano. Ecco tutti i dettagli.
In un documento ufficiale diramato in Lituania, il governo lituano ha bannato, consigliando i suoi cittadini di non acquistare o utilizzare, lo smartphone Xiaomi Mi 10T 5G. Il motivo? Non solo non garantirebbe gli standard di privacy e sicurezza del Paese, ma addirittura all’interno del suo software ci sarebbe un sistema di censura attivabile in qualsiasi momento da remoto.
Nel tweet qui sopra riportato si evince che il governo lituano ha fatto partire un controllo per i modelli Xiaomi, OnePlus e Huawei: “I primi risultati dell’indagine mostrano alcuni rischi per la sicurezza dei dati personali e informatici. È stato avviato uno studio per garantire l’uso sicuro dei dispositivi mobili 5G e del software“.
In pratica nel software del modello Xiaomi Mi 10T 5G ci sarebbe un sistema di censura che, se attivato, bloccherebbe tutte quelle parole che per il governo cinese sono sensibili e non pronunciabili come ad esempio “Tibet libero”, “indipendenza di Taiwan” e “movimento democratico”. Ecco quanto pubblicato dal governo lituano:
“Abbiamo riscontrato che la funzionalità del filtro dei contenuti è disabilitata nei telefoni cellulari Xiaomi forniti alla Lituania e non svolge attività di censura dei contenuti, tuttavia, gli elenchi di parole chiave censurate vengono comunque aggiornati periodicamente. Il dispositivo è tecnicamente abilitato ad attivare la funzionalità da remoto in qualsiasi momento senza l’autorizzazione dell’utente e per iniziare a censurare il contenuto scaricato. Non escludiamo che l’elenco delle parole chiave vietate possa essere tracciato utilizzando caratteri latini, non solo cinesi“.
Xiaomi non ha tardato a rispondere al governo lituano in merito a sicurezza e privacy dei propri dispositivi. In modo chiaro e deciso, l’azienda cinese ha ribadito:
“I dispositivi Xiaomi non censurano le comunicazioni da o verso i propri utenti. Xiaomi non ha mai limitato e mai limiterà o bloccherà alcun tipo di comportamento personale da parte dei propri utenti di smartphone, come la ricerca, le chiamate, la navigazione web o l’uso di software di comunicazione di terze parti. Xiaomi rispetta e protegge pienamente i diritti legali di tutti i suoi utenti, ed è conforme al Regolamento generale sulla protezione dei dati dell’Unione Europea (GDPR)“.
Come si concluderà la vicenda? La Lituania fornirà le prove che incolperanno Xiaomi, oppure sarà quest’ultima a far valere le sue ragioni? Restiamo in attesa di nuovi aggiornamenti.