Quando parliamo di modalità di ricarica intendiamo nella fattispecie la velocità di ricarica, ovvero il tempo necessario (in condizioni ideali) per portare lo smartphone da 0 a 100% di capacità residua. Su questo fronte la compagnia cinese, così come altre, si è spesa a favore della ricarica ultrarapida che, nonostante la sua versatilità, introduce un annoso problema di durata intrinseca per i supporti. Quando si degrada una batteria nelle succitate condizioni di ricarica? Scopriamolo.
Non ci stupiamo di fronte a batterie da 5.000 mAh e più di capacità nominale. In generale per ogni supporto energetico con tecnologia agli ioni di litio ci si aspetta una riduzione del 20% di capacità ogni 800 cicli di ricarica completi. Come fatto notare da Desjarlais, infatti:
“800 cicli di ricarica, per la maggior parte delle persone, equivalgono almeno a due anni, più o meno: quindi un buon risultato”.
Offrire due anni di utilizzo risulta essere producente per la maggior parte degli utenti sebbene Xiaomi si sia detta disposta ad estendere capacità e supporto software a garanzia di un periodo triennale per tutti i suoi device. Risulta essere onere dell’utente scegliere adeguatamente la modalità di ricarica Android cosciente del fatto che un processo più veloce implica maggiore usura.
In definitiva, quindi, ha senso proseguire con la ricarica HyperCharge nel caso in cui si abbia fretta ma è consigliabile sopperire alla mancanza di carica con un processo regolare nel momento in cui esiste il tempo materiale per ottemperare alla stessa. A voi la scelta. Siete disposti ad incorrere in costosi processi di sostituzione delle batterie o degli smartphone Android top di gamma già dopo un biennio?