L’annuncio di Zuckerberg sembra ridare fiducia agli utenti grazie a un nuovo aggiornamento. Tuttavia sulla privacy dei messaggi di WhatsApp cala una nuova ombra. Scopriamo insieme di cosa si tratta e cerchiamo di capire se quanto detto e applicato poi nell’app è coerente con ciò che effettivamente succede durante i controlli dei relativi contenuti presenti nei messaggi. Alcuni hanno qualche dubbio. Ecco tutti i dettagli.
WhatsApp: i messaggi saranno inaccessibili anche dalle copie di backup
Lo ha chiarito Mark Zuckerberg, la sicurezza e la privacy sono al primo posto per l’azienda che gestisce ormai diversi social network e WhatsApp, l’app di messaggistica più diffusa al mondo.
Una nuova dichiarazione dell’inventore di Facebook calmerebbe gli animi a tutti coloro che non credono alla trasparenza di WhatsApp. Se già prima, così come oggi, i messaggi dell’app sono criptati con il sistema di codifica end-to-end, in futuro anche i file di backup lo saranno.
Tanto per chiarire, questa codifica rende leggibile il contenuto inviato solo al destinatario e, ovviamente, al mittente che lo ha realizzato. Tuttavia una pecca metteva in pericolo la privacy di questi messaggi. Infatti il testo diventa vulnerabile nel momento in cui si procede al backup nel cloud di WhatsApp stessa.
Sembra invece che, con i prossimi aggiornamenti, questa vulnerabilità verrà corretta. Infatti WhatsApp sarà dotato di un sistema che cripterà due volte i messaggi. La prima durante l’invio e la ricezione mentre la seconda quando l’utente effettua una copia, o backup, da conservare nei cloud abilitati: Google Drive si Android e iCloud di Apple.
Alcuni dubbi però si fanno strada tra queste dichiarazioni
Restano comunque vivi alcuni dubbi che si fanno strada attraverso queste dichiarazioni. Com’è possibile, come dice Zuckerberg, che i messaggi di WhatsApp saranno inviolabili a qualsiasi accesso hacker? L’app ha da sempre sottolineato che “nessuno al di fuori di questa chat, nemmeno WhatsApp, può leggerli o ascoltarli“.
Bug di WhatsApp a parte che permettono di spiare amici e partner, c’è altro che spaventa. Infatti ProPublica ha recentemente sollevato un dibattito che lascia l’amaro in bocca. In un suo articolo pubblicato a inizio mese aveva espresso un dubbio che ora sta facendo riflettere molti:
“Date queste ampie assicurazioni, potresti essere sorpreso di apprendere che WhatsApp ha più di 1.000 lavoratori a contratto che riempiono i piani di edifici per uffici ad Austin, Texas, Dublino e Singapore. Seduti ai computer in pod organizzati per incarichi di lavoro, questi lavoratori orari utilizzano uno speciale software di Facebook per setacciare milioni di messaggi privati, immagini e video. Esprimono un giudizio su qualsiasi cosa lampeggi sul loro schermo – affermazioni su qualsiasi cosa, da frode o spam a pornografia infantile e potenziali complotti terroristici – in genere in meno di un minuto“.