Un nuovo rapporto della società di analisi Pixalate rileva che oltre 813.000 app dannose sono state rimosse dall’Apple App Store e da Google Play nella prima metà del 2021. Ci sono alcuni applicazioni conosciute tra queste app rimosse, e la stragrande maggioranza ( l’86%) si rivolgeva ai bambini.
L’App Store di Apple ha cancellato delle app perche’ avevano problemi con la mancanza di politiche sulla privacy (circa il 59% del totale), nonostante le recenti modifiche obbligatorie sulla privacy della piattaforma. L’area di interesse di Google Play invece erano principalmente le autorizzazioni pericolose che potevano potenzialmente eliminare le informazioni personali o i dati salvati localmente dai dispositivi degli utenti.
Lo studio di Pixalate non tiene traccia del motivo specifico fornito dall’App Store di Apple o da Google Play per la rimozione (cosa che non è sempre resa disponibile al pubblico). Esamina invece le app rimosse alla ricerca di indicatori che potrebbero aver sollevato una bandiera rossa (una segnalazione) su entrambi gli store.
Tuttavia, la preponderanza di questi segnali di allarme è una forte indicazione del fatto che Apple e Google li stiano controllando. L’elemento principale è che la sicurezza dei bambini è nel mirino di entrambe le società, con l‘86% di tutte le app rimosse su entrambe le piattaforme che si rivolgono a utenti di età pari o inferiore a 12 anni. Un problema ancora più comune è la mancanza di una politica sulla privacy. Il 94% delle app rimosse non ne aveva una, anche se l’App Store di Apple ora lo richiede.
La mancata inclusione di una politica sulla privacy e/o di termini di servizio adeguati era, sorprendentemente, molto più comune tra le app rimosse dall’App Store di Apple (dal 59% al 25% di Google Play). Questo è un risultato un po’ inaspettato, data la forte spinta di Apple per la privacy degli utenti a partire dalla serie di aggiornamenti di iOS 14.