Da quando il Ministro per la Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, ha parlato dell’aumento del 40% delle bollette degli italiani, la notizia è finita sostanzialmente sulla bocca di tutti, generando paure a tratti ingiustificate e fuga di false notizie un po’ ovunque, come si è capito successivamente infatti, il costo delle bollette non aumenterà di quella percentuale, bensì solo la parte relativa alla componente energia, che è solo una parte della cifra che paghiamo ogni mese.
Gli aumenti indubbiamente ci saranno a causa del prezzo del gas naturale, passato da 28 euro/MWh di inizio estate, agli attuali 113 euro/MWh, un aumento di prezzo che ha portato diversi paesi a chiedere alla Commissione Europea di intervenire, con azioni in grado di mitigare gli aumenti delle bollette dei cittadini.
Sostanzialmente i provvedimenti che arriveranno consisteranno nella semplificazione dei processi di installazione di nuovi impianti di generazione di energie rinnovabili, in un primo momento additati come i responsabili dell’aumento di prezzo.
L’aumento del prezzo del metano è però figlio di numerosi elementi, in primis l’aumentata domanda, con la ripresa dell’economia post covid ovviamente la richiesta è esplosa e l’offerta non è stata nutrita come si pensava, infine abbiamo anche l’eolico, il cui rendimento è calato rendendo necessario l’uso maggiore del gas metano.
Secondo Fatih Birol, direttore dell’Agenzia Internazionale dell’Energia, è sbagliato incolpare solo la transizione verso l’energia pulita, la cui penetrazione è essenziale per diminuire la dipendenza da metano e abbassare così i costi da dover pagare, in parallelo anche con la decarbonizzazione, divenuta ormai necessaria.