Educare i giovani oggi giorno è diventata una sfida che per alcuni papà e mamme sembra ormai essere quasi impossibile. Il rischio è quello di reagire diventando rigidi e invalicabili o, al contrario, cedendo a tutte le richieste dei piccoli, ma anche più grandi, ricattatori. Un aspetto spesso ignorato sono proprio i videogiochi. Tanto amati dai giovanissimi, sono il tema che il più delle volte è motivo di scontro in famiglia. Game Hero svela come i genitori stiano sbagliando tutto con i figli.
Videogiochi: Game Hero aiuta i genitori a cambiare punto di vista
È da poco uscito un libro davvero interessante che aiuta i genitori a cambiare punto di vista sui videogiochi non perdendo però l’obbiettivo educativo famigliare, ma perfezionandolo.
“Game Hero. Viaggio nella storia dei videogiocatori“, è questo il titolo del libro. Scritto dalla psicologa e psicoterapeuta Viola Nicolucci, invita i genitori a investire il tempo che dedicano a parlare male dei videogiochi per giocarci:
“Non penso di cambiare il mondo, ma almeno di riuscire a far vedere i videogame sotto un’altra luce, di scardinare alcuni pregiudizi. È un tentativo – continua la Nicolucci – di rompere le righe. Il mio interesse professionale è nato da un’esperienza diretta: mio figlio ha disturbi dell’apprendimento e i videogiochi per lui, che è un grande appassionato di Super Mario, sono fondamentali, ancora adesso che ha 17 anni. Lo sono diventati anche per me che ne ho 48. Non vedo tanti miei coetanei che videogiocano con i figli. Secondo me invece dovrebbero“.
Avvicinarsi al mondo dei figli, come ad esempio nel caso dei social network e TikTok, può essere di aiuto per i genitori impegnati nella loro crescita. Seguire i consigli del libro in merito ai videogiochi potrebbe regalare importanti opportunità descritte dalla Nicolucci:
“C’è la tendenza a pensare che la propria esperienza sia stata la migliore. A questo si aggiunge il timore delle nuove tecnologie. Dico solo che quando un genitore più coraggioso decide di mettersi di fianco al figlio a giocare riesce a entrare nel suo mondo. Ed è interessante vedere come i bambini, in quei momenti, diventino un po’ maestri“.