Il Covid-19 continua la sua corsa inarrestabile ai contagi. Nonostante i vaccini stiano facendo egregiamente il loro lavoro, molti non si sono ancora vaccinati e quindi, inevitabilmente, il virus si modifica in forme sempre più potenti. Infatti, proprio in Italia si sta diffondendo la Variante Delta Plus, una mutazione della precedente che sta assumendo più forza e contagiosità. Scopriamo insieme perché è così pericolosa e quali sono i suoi sintomi.
Variante Delta Plus: cosa dicono gli esperti su questa mutazione del Covid-19
Spaventa la situazione Covid-19 e contagi in Inghilterra, tant’è che ogni giorno i positivi al Coronavirus sono sempre troppi. Ma la cosa ancora più preoccupante è che dal Regno Unito è arrivata in Italia la Variante Delta Plus, una mutazione della precedente che ha acquistato più forza e più potere di contagio.
È Marco Cavaleri, responsabile Vaccini e Prodotti terapeutici per Covid-19 dell’EMA, Agenzia Europea del Farmaco, a dare alcune informazioni in più in merito alla Variante Delta Plus in occasione di una conferenza stampa:
“Stiamo tutti guardando per cercare di capire dove il virus sta andando e cosa potremmo aspettarci nelle settimane e nei mesi a venire. La Delta è ancora il ceppo dominante che sta circolando e stiamo cominciando a vedere che ci sono alcune mutazioni aggiuntive che stanno prendendo posto, ma al momento in pochi casi, sulla variante Delta“.
Sintomi e pericolosità
La Variante Delta Plus è pericolosa. Rispetto alla precedente si diffonde molto più rapidamente e colpisce subito le cellule polmonari. Stando ad alcuni casi che l’hanno già avuta, pare addirittura che sia resistente alla terapia con anticorpi monoclonali.
Lo ha spiegato Arnaldo Caruso, presidente della Società Italiana di Virologia (Siv-Isv), ordinario di microbiologia e microbiologia clinica all’università di Brescia e direttore del Laboratorio di Microbiologia dell’Asst Spedali Civili:
“A Brescia addirittura ne abbiamo visti 2 casi in una survey condotta a fine agosto, e molto probabilmente siamo stati i primi a individuarla. Ma da allora siamo a oltre 80 sequenze depositate a livello nazionale. La maggior parte delle notifiche sono avvenute dalla metà di ottobre, ma questo dipende dal fatto che ora c’è la necessità di monitorarla. E cercando, naturalmente, si trova“.