I documenti fanno riferimento ad alcuni membri del personale. Quest’ultimi alludono ai tanti errori commessi dalla società nella gestione dei contenuti che gli utenti pubblicano sulla rispettiva piattaforma. Pare che l’azienda sia anche preoccupata per le nuove generazioni che tendono a non utilizzare affatto Facebook.
“Ho visto molti colleghi estremamente frustrati e arrabbiati. Si sentivano impotenti e (scoraggiati) dalla situazione attuale”, scrive un dipendente, il cui nome è stato censurato. È probabile che questi documenti portino a ulteriori accuse secondo cui Facebook cerca di dare la priorità alla quantità di nuovi utenti che può raggiungere. Questo a discapito della loro sicurezza.
L’azienda, infatti, promuove contenuti provocatori o del tutto sbagliati all’interno del suo feed di notizie. Queste le critiche mosse dai dipendenti stessi.I file mostrano anche quanto siano diversi gli standard nei diversi Paesi. Inoltre, come Facebook abbia faticato a controllare i contenuti nei Paesi che non parlano inglese. Molti luoghi che sono a rischio significativo di guerra e altre circostanze precarie non sono coperti da molte delle protezioni più recenti sviluppate da Facebook. Ad esempio, gli strumenti di intelligenza artificiale in grado di rilevare l’incitamento all’odio nel feed e la disinformazione. Oppure il personale extra per affrontare potenziali problemi più rapidamente.