Tutte le applicazioni di messaggistica istantanea che utilizzano internet, come WhatsApp, Facebook, Skype, Telegram e molte altre, ci permettono di mantenere rapporti con amici e parenti lontani.
Altre volte invece, ci consentono di organizzare con una certa semplicità eventi o feste ma, alle volte, possono anche trasformarsi in strumenti di cui si farebbe volentieri a meno. Scopriamo cosa è successo ad un lavoratore dipendente.
Un esempio di tale ultima ipotesi riportata poco fa, è rappresentato da quanto è avvenuto a Taranto a un lavoratore, al quale è stata comunicata la sospensione dal proprio servizio attraverso un messaggio su WhatsApp, in attesa della ricezione di apposita lettera raccomandata. Così come apprendiamo da Telerama News, quello che segue è il messaggio inviato al lavoratore in questione su WhatsApp: “Lei è sospeso dal servizio ed abbiamo inviato raccomandata alla quale deve rispondere. Nessun ordine di servizio le è stato assegnato per oggi e per i prossimi giorni. Distinti saluti”
.A denunciare l’accaduto sono stati i sindacati locali, i quali fanno presente che ai lavoratori sarebbero stati inviati sempre tramite WhatsApp altri messaggi di tenore discutibile. Questo non è il primo caso di utilizzo di WhatsApp per comunicazioni relative al rapporto di lavoro, incluse contestazioni disciplinari o addirittura licenziamenti e le cronache nazionali di tanto in tanto riportano notizie di aziende che preferiscono usare gli strumenti di messaggistica istantanea per raggiungere i propri dipendenti in modo più diretto.
Sulla validità di tali comunicazioni saranno le eventuali autorità giudiziarie adite ad esprimersi ma, senza dubbio, saranno sempre più numerosi gli utenti che con il passare del tempo finiranno per provare un brivido lungo la schiena quando sentiranno l’avviso della notifica di un nuovo messaggio su WhatsApp.