L’elemento protagonista è la sonda di von Neumann. Ma chi è costui? Trattasi di una delle menti più brillanti del passato. Secondo un vecchio aneddoto, quando Enrico Fermi si mostrò scettico circa l’esistenza di una civiltà aliena superiore, Szilard gli rispose “probabilmente sono già qua, e li stai chiamando ungheresi”. Nulla di sospettoso, se non fosse che anche John von Neumann veniva dall’Ungheria, e faceva parte del “clan degli ungheresi“, assieme a Leo Szilard, Edward Teller ed Eugene Wigner, appunto. Insomma, alieni o no, Neumann dopo anni di studi avanzati sulle macchine auto-replicanti (capaci di creare copie umane prendendo materiali dall’ambiente circostante) ha dato vita ad un oggetto spaziale molto interessante.
Alieni: cosa si sa in merito?
Secondo i principi di von Neumann, grazie a questo ipotetico strumento si poteva arrivare a colonizzare l’intero universo e addirittura a trasportare embrioni umani senza fatica.
E qui nasce il dubbio. Perché, se esiste questa tecnologia, gli alieni non hanno fatto lo stesso per arrivare da noi? Qualora anche una sola civiltà li rilasciasse sulla galassia, gli auto-replicatori inizierebbero a diffondersi in ogni modo, eppure non è accaduto.
C’è un modo per individuare lo sciame di sonde von Neumann? Ovviamente sì, ed ha il nome di FAST (Five hundred meter Aperture Spherical Telescope). Quest’ultimo è il radiotelescopio più grande del mondo e si trova in una depressione nel sud-ovest della Cina. La sua costruzione, iniziata nel 2011, ha visto il termine a gennaio del 2020.
Come spiega l’autore nell’abstract dello studio: “Dimostriamo che il FAST è in grado di rilevare sonde autoreplicanti sia galattiche che extragalattiche con elevata precisione”, (noi aggiungiamo) su specifiche lunghezze d’onda radio.