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Recensione Frostpunk & Season Pass: il miglior survival gestionale

Ci sono aspetti della vita e della politica la cui attuazione nella vita reale non sfiorerebbe neanche per un secondo la nostra mente. Eppure le condizioni proibitive di un Ottocento innevato e sotto zero possono spingerci o convincerci della necessità di misure drastiche. La scelta è netta tra morte e sopravvivenza, e spesso obbligata da una concatenazione di eventi e scelte, in un bivio costante tra salvezza o disastro più totale. Frostpunk, come survival game, è molto probabilmente uno dei migliori gestionali sul mercato, non solo per la grande varietà di scelte, situazioni e risorse che ci troviamo davanti, ma soprattutto per il grado di disagio che imprime nel giocatore man mano che si avanza con i giorni di sopravvivenza, mostrando senza filtri quello che è il fardello del potere, ma nel momento più duro di una crisi.

Il fardello del potere

Senza dubbio Frostpunk è unico nel suo genere, non tanto per le decine di task a disposizione del giocatore o per le innumerevoli risorse da craftare, ma piuttosto per la sua atmosfera estrema, in grado di veicolare scelte difficili e spesso incomprensibili. Come leader abbiamo il dovere di proteggere i nostri cittadini, farli sopravvivere a temperature proibitive e allo stesso tempo far avanzare la ricerca e la raccolta di risorse o tecnologie in grado di affrontare cali della temperatura sempre più estremi. Un bilanciamento, quello tra la volontà popolare e necessità reali della comunità, che rischia di farci perdere di vista il limite dell’umanità in un batter d’occhio. In alcune delle partite affrontate la situazione è degenerata per una scelta sbagliata, per aver costruito un pub al posto di una nuova infermeria, per aver dato 24 ore di permesso ad una attività, portando ad un aumento della mortalità all’interno della comunità, decimata a ritmi mostruosi nel giro di poche ore a causa della fame o del freddo.

Ma uno dei pregi assoluti di questo titolo, è quello di essere riuscito a trasferire in un ambiente simulato che richiama per risorse, abitazioni e tecnologie quelle di un Ottocento turbato da una crisi climatica globale, tutte quelle situazioni e quelle meccaniche tipiche degli ultimi due secoli di storia: il rapporto tra fede e potere, stili di governo autoritari o democratici, scioperi e sindacati, in un pacchetto così realistico e veritiero, che nell’applicare alcune scelte ci viene una stretta al cuore e spesso ci troviamo a sudare freddo di fronte a scelte con cui non vorremmo mai dover venire a patti.

Costruisci, produci, sopravvivi

Alla base della meccanica dei titoli survival c’è sempre la necessità di accumulare risorse tra i diversi tipi disponibili, con ritmi diversi a seconda delle necessità della situazione e del momento. Ma Frostpunk va ben oltre questo aspetto, proponendo accanto a questa meccanica tanto semplice quanto efficace, tutta una serie di decisioni e di scelte in grado di condizionare il morale della propria comunità, così come anche la loro predisposizione al lavoro e la loro produttività. Accanto al crafting più spietato infatti, troviamo anche due aspetti, quello del malcontento e della speranza che saranno fondamentali da gestire, soprattutto nelle fasi finali dei vari scenari e nelle modalità più difficili. Spesso è proprio questo aspetto a rappresentare la vera sfida e a porre quello step di difficoltà aggiuntivo che rende grande Frostpunk.

Le risorse di base sono tre (metallo, carbone e legna), con cui poi poter costruire le varie fabbriche, edifici, case, infermerie e svariate altre tipologie a seconda della situazione. Ma non finisce qui, dato che più si avanza nel gioco e più vengono sbloccate nuove risorse combinabili per creare nuovi materiali o nuovi oggetti come protesi, scambiatori di vapore e molto altro. La gestione delle risorse è una delle sfide tipiche dei survival gestionali e ci mette di fronte a delle scelte spesso difficili e in grado di condizionare l’intera partita: è meglio costruire un centro di raccolta o una segheria, un infermeria o una fonderia? Non c’è una risposta univoca, dipende dalla situazione, dalle risorse a disposizione e dallo stile di gioco che vogliamo adottare (più aggressivo e autoritario o più morbido), ma le risorse andranno gestite non solo per la costruzione di edifici o per craftare, ma anche per la ricerca di nuove tecnologie, fondamentale per non soccombere sotto il peso del grande freddo e della fame. Un elemento che spesso nella foga della necessità si tende a trascurare, ma che invece contribuirà a portarci al successo o alla disfatta più totale.

Esplorazione, essenza del genere umano

Uno dei primi obiettivi delle partite che giocherete sarà quello di formare e inviare le spedizioni esplorative nelle terre circostanti. Un aspetto, quello dell’esplorazione, che rappresenta a tutti gli effetti l’essenza del genere umano, impresso nel suo DNA fin dall’antichità e che ci permette di spingerci a poco a poco oltre il limite del conoscibile e del possibile. All’interno di Frostpunk la dinamica dell’esplorazione ci permette di accedere a tutto un altro livello di gioco, che si disputa sul rischio e su scelte ben precise a seconda della necessità che ci troviamo di fronte. Salvare i sopravvissuti di altre spedizioni, anche senza l’appoggio della comunità, potrebbe essere la chiave per aprire nuovi stabilimenti o anche creare più spedizioni di caccia e di conseguenza accumulare più cibo. Ma anche la raccolta di risorse “bonus”, trovate qua e la una tantum, che ci permette di tirare momentaneamente un sospiro di sollievo per gestire meglio tutti quei progetti lasciati indietro dalle necessità primarie della comunità. Ma tutto questo arriva con dei rischi,

infatti la possibilità di perdere la spedizione o tutte le risorse accumulate è reale, con rischi legati a tempeste di ghiaccio, disastri naturali e perfino scontri con altri accampamenti, in una logica e in una dinamica complessa e ricca di sfumature che resta interamente nelle nostre mani, nelle nostre abilità e anche nel caso, elemento secondario, ma pur sempre presente nei vari scenari.

A metà tra ricostruzione storica ed elementi cyberpunk

Dando un’occhiata all’Artbook incluso nel Season Pack, che svela i retroscena dietro la creazione delle varie architetture degli edifici disponibili nel gioco, possiamo apprezzare ancora di più i particolari e i dettagli delle abitazioni, della fabbriche e di tutto quello con cui avremo a che fare nei vari scenari. Dettagli che non sono stati lasciati affatto al caso e che mostrano anzi una cura e una ricercatezza che trae le proprie origini dalla radice est-europea degli sviluppatori. Una ricerca per il particolare apprezzabile fin nei minimi dettagli zoomando sugli edifici, nelle loro linee, nei tagli spioventi dei tetti, nei discendenti, che amalgamano elementi storici, folklore, ricordi e perfino un’aura cyberpunk inventata e integrata alla perfezione.

Ogni singolo aspetto di questo titolo ci permette di immedesimarci nei membri di quella comunità, percepire il freddo che li attanaglia durante la notte o sui posti di lavoro e di temere per la loro vita come se tutto questo fosse reale. Ma accanto al design incredibile dietro il quale 11BitStudios è riuscita a ricreare Frostpunk, troviamo anche un elemento grafico che caratterizza le scene che mandano avanti la storia del gioco, tra illustrazione e acquerello e che si completano con lo stile delle varie fasi di gioco e dei vari scenari.

Season Pass, quando l’espansione supera se stessa

Quando per la prima volta mi sono approcciato a Frostpunk, ho amato la sua storia principale e i vari scenari disponibili, sia per la loro completezza che poi per la rigiocabilità praticamente infinita che garantisce il titolo. Eppure quando mi sono trovato ad affrontare l’uno dopo l’altro i vari scenari del Season Pass, non ho potuto che rimanere sbalordito di fronte alla potenza di alcuni scenari e all’introduzione di nuove dinamiche in grado di rivoluzionare e al tempo stesso completare Frostpunk. Scioperi, sindacati dei lavoratori e degli specialisti, torri di controllo, moli, porti di pesca, arche, telai per il generatore, commercio e rapporti tra comunità sono solo alcuni degli aspetti implementati e che rendono questo titolo il migliore in assoluto. Se non avete ancora avuto modo di provare Frostpunk, allora comprarlo con il Season Pass è una scelta quasi obbligata, ma lo stesso vale per chi ha provato solo il gioco iniziale: non solo il Season Pass aggiunge elementi fondamentali per la storia introdotta dal gioco originale, ma completa anche le meccaniche survival e gestionali espandendo il confine della propria comunità per una gestione ancora più sfaccettata e diversificata dell’esperienza.

Un survival su misura, da esperienza soft a missione impossibile

Il grado di difficoltà con cui poter affrontare i vari scenari cresce di volta in volta e con l’avanzare delle giornate si fa sempre più duro. Il mio consiglio è quello di iniziare con lo scenario principale in modalità normale (non survival) per capire al meglio le varie dinamiche dietro il gioco. Dopo le prime esperienze di governo verrete esiliati, ripudiati dalla vostra comunità per non aver saputo rappresentare gli interessi e i bisogni di ogni singolo individuo, ma con il passare del tempo le vostre abilità diventeranno sempre più sviluppate, portandovi a superare con facilità le prime missioni. Ed è qui che subentra il Season Pass, con quattro nuovi scenari che alzano l’asticella (grazie alle nuove variabili) e che rappresentano una nuova sfida anche per i giocatori più navigati. Non ci troveremo mai di fronte un’esperienza troppo facile, ma il fallimento è dietro l’angolo. Dopo aver concluso tutti gli scenari mi sono inoltrato anche su sentieri ancora più impervi, con la modalità infinita e con quella survival, che mettono nuovamente in discussione tutto il nostro sapere e le nostre abilità. Improvvisamente ci troviamo di fronte uno scenario del tutto nuovo e in cui si rischia di fallire in poche ore, dovendo gestire le risorse con una precisione incredibile: anche un singolo errore può portare alla catastrofe. Un’esperienza quindi per tutti i gusti e per tutte le difficoltà che però non smette mai di tenerci sulle spine o di farci sudare per raggiungere tutti gli obiettivi e gli achievement di Frostpunk.

Unico nella sua complessità

Definire un titolo come Frostpunk come unico del suo genere, forse può essere eccessivo, ma sicuramente è unico nella sua complessità e nella sfaccettatura dei rapporti umani, comunitari e di lavoro che garantisce in un’esperienza intensa come poche altre e in grado di tenere attaccati i gamer più appassionati allo schermo per ore e ore senza mai stancare. Il prezzo di 44€ per la versione GOTY è più che adeguato in rapporto alla rigiocabilità e alle varie esperienze fornite, che hanno portato il conto delle ore passate su questo capolavoro a 60, con ulteriori possibilità di esplorazione delle modalità più intense, così come degli scenari più interessanti come Le Arche e L’ultimo Autunno. Per i fan del genere survival e gestionale non può che essere un must-have da provare e di cui innamorarsi a prima vista.

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Pubblicato da
Filippo Ferrante