Covid, AstraZeneca propone un mix di anticorpi per curare il Covid, si attende l'ok

I numeri del Covid fanno ancora paura se si pensa ad una scala mondiale, visto l’alto numero di decessi ma soprattutto di contagi. Mentre si parla sempre più spesso di terza dose, pare che le aziende che si occupano dei vaccini stiano pensando anche ad una cura o a qualche rimedio che possa indebolire il progredire della malattia.

L’Agenzia americana del farmaco ha ricevuto ufficialmente da AstraZeneca la domanda per autorizzare all’uso di emergenza AZD7442.  Si tratterebbe di una nuova combinazione di anticorpi monoclonali a lunga durata d’azione. Tutto ciò andrebbe a trattare soprattutto i casi Covid in forma asintomatica. Tale trattamento andrebbe a salvaguardare anche chi è sprovvisto di copertura vaccinale. 

Questo è quanto dichiarato dal gruppo farmaceutico: “Se il via libera venisse concesso AZD7442 sarebbe il primo Laab a ricevere un’Eua per la prevenzione di Covid-19“.

Il nuovo trattamento di anticorpi composto con tixagevimab e cilgavimab “è il primo Laab con dati di fase 3 che dimostrano, rispetto a placebo, una riduzione statisticamente significativa del rischio di sviluppare la malattia Covid-19 sintomatica“.

 

AstraZeneca: un mix di anticorpi per indebolire il Covid

Ecco le dichiarazioni di Mene Pangalos, Executive Vice President, BioPharmaceuticals R&D, AstraZeneca:

Le popolazioni vulnerabili come gli immunocompromessi spesso non sono in grado di attivare una risposta protettiva dopo la vaccinazione e continuano a essere a rischio di sviluppare Covid-19. Con questo primo inoltro” di dossier a scopo “regolatorio a livello globale, siamo un passo più vicini a fornire un’opzione aggiuntiva, insieme ai vaccini, per aiutare a proteggere contro Covid-19“.

E’ importante sottolineare che la popolazione coinvolta nel trial includeva persone con comorbilità e che potrebbero avere bisogno di una protezione aggiuntiva dall’infezione da Sars-CoV-2. Più del 75% dei partecipanti a Provent presentava“, pertanto “comorbilità associate a un aumentato rischio di malattia grave o a una ridotta risposta immunitaria alla vaccinazione“.

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