Squid Game ormai ha catturato milioni di fan in tutto il mondo. La serie TV Netflix ha dato il via a giochi reali con un finale inaspettato. È quanto successo in un isolato della zona di Koreatown dove il colosso degli streaming ha organizzato un gioco in maschera ricreando l’ambiente delle scene del titolo che oggi è diventato un fenomeno. I fan si sono sfidati a “Ddajki” e a “Red Light, Green Light“, il nostro classico “1, 2, 3 stella!“. Scopriamo insieme qual è stato il finale di questi due giochi realizzati in America.
Non è frutto della fantasia o di un’iniziativa personale di qualche pazzo amante di Squid Game. Netflix ha ricreato due sfide, diventate famose per crudezza e violenza della serie TV, a Koreatown, noto quartiere di Los Angeles. Tra i partecipanti solo i fan di questo titolo.
Se a New York alcune scuole hanno vietato i costumi di Squid Game per Halloween, al contrario Netflix a Koreatown ha realizzato un evento speciale dove sembrava proprio di essere immersi in una delle scene
diventate un cult di questa serie TV.I partecipanti hanno potuto sfidarsi al famoso gioco del “Ddajki“, il cui obbiettivo è quello di capovolgere la carta dell’avversario lasciando sopra la propria. Inoltre è stato anche riprodotto il classico “1, 2, 3 stella!“, con l’inquietante bambola robot di Squid Game e l’inconfondibile colonna sonora, se così si può chiamare.
Nel video postato su Twitter da Netflix si può vedere come gli organizzatori dell’evento hanno ricreato tutto nei minimi particolari. L’esito è stato inaspettato. A differenza di quanto potevamo aspettarsi, non solo nessuno è stato ucciso, ma non ci sono stati nemmeno feriti. Questa volta Squid Game e Netflix hanno colpito il cuore, ma positivamente lasciando un bellissimo ricordo in chi ha partecipato e assistito in prima persona. Ecco l’annuncio ufficiale del colosso dello streaming on demand:
“Luce rossa! Luce verde! Come sorpresa di Halloween, abbiamo dato vita a Squid Game nella Koreatown di Los Angeles con un evento di un giorno per la gente del posto che ha osato giocare“.