Tra il 1500 e il 1600 Galileo Galilei diceva: “Nell’11º (giorno), era in questa formazione, e la stella più vicina a Giove era metà della dimensione dell’altra e molto vicina all’altra così che, durante le precedenti notti, tutte e tre le stelle osservate erano della stessa dimensione e distanti ugualmente; così appare evidente che intorno a Giove ci siano tre stelle che si muovono, invisibili a tutti fino ad ora.” Oggi queste parole sono impresse sulla targa della sonda Juno, la stessa che attualmente sta studiando da vicino la Grande Macchia Rossa di Giove.
Le lunghe osservazioni ottiche hanno permesso di scoprirne il diametro, di circa 16.000 chilometri di larghezza (la Terra è di circa 12.742 km). Nello specifico, il 5 agosto 2011 la NASA ha lanciato la sonda Juno da Cape Canaveral con un razzo Atlas V. A quale scopo? La risposta si dirama in più obbiettivi:
Sta di fatto che il 5 luglio 2016 Juno è arrivata nell’orbita di Giove. Secondo la Nasa la missione durerà fino al 2025 quando la sonda verrà introdotta all’interno del pianeta. Essa nel 2019 ha effettuato 2 passaggi sulla Grande Macchia Rossa. Durante questi è stato possibile misurare il campo gravitazionale nel punto specifico, scoprendo la profondità massima di circa 500 km. La minima (di 300 km) è stata scoperta grazie alle misurazioni a microonde del 2017. Cosa si nasconde quindi sotto i 500 km di spessore della Grande Macchia Rossa? Lo scopriremo soltanto vivendo!