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Squid Game: ecco le gravissime conseguenze per i nostri figli

Squid Game continua a far parlare di sé. Oltre a essere diventato un must mediatico per il suo enorme successo in tutto il mondo, questa serie TV sudcoreana è un problema per le giovani generazioni. Infatti, il suo contenuto si sta palesemente rivelando pericoloso per i minori di 14 anni, limite di età prima del quale non potrebbe essere visto. A parlare è un’importante psicologa che ha spiegato quali sono le gravissime conseguenze per i nostri figli se guardano Squid Game di Netflix.

 

Squid Game: gravi conseguenza per i più piccoli se guardano la serie TV

Solo leggere le conseguenze che provoca Squid Game nei più piccoli, se guardano la serie, mette i brividi. Immaginiamoci una famiglia che si trova a dover affrontare situazioni così complicate con il proprio figlio. A rivelare quanto grave sia il contenuto di questa serie TV se fruito dai minori di 14 anni è la psicologa Francesca Cavallini, coordinatrice del Gruppo di Lavoro di Psicologia Scolastica:

Il rischio peggiore è che replichi

alcuni gesti. Altri rischi sono incubi notturni e un’assuefazione alla violenza che potrebbe portare nel tempo all’incapacità di capire qual è un contenuto violento e uno non violento e alla difficoltà di costruirsi una morale“.

 

Il segreto: accompagnare per mano i bambini nel mondo cibernetico

Purtroppo però non sempre i genitori riescono a filtrare tutto ciò a cui i ragazzi possono accedere tramite l’internet. Ecco allora il perché del consiglio aperto ai genitori, della Cavallini, proprio in merito a Squid Game e a ciò che si dice sul web di questa serie TV Netflix:

La letteratura ci suggerisce di avere un ruolo di mediazione di ciò che il figlio o la figlia fa online fino ai dieci anni, tentando di indirizzare verso contenuti adatti all’età. Non esiste solo Squid Game: di fronte a contenuti ‘vietati‘ è importante non censurare, ma appunto intavolare una discussione. I genitori hanno il compito di accompagnare per mano i bambini non solo a scuola, ma anche nel mondo cibernetico“.

 

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Pubblicato da
Osvaldo Lasperini