POCO è un’azienda relativamente nuova sul mercato, e sebbene rappresenti un sub-brand di Xiaomi per la sua fascia economica, nel giro di 3 anni è riuscita a portare sul mercato moltissimi modelli della fascia tra i 100 e i 200 euro. Il lancio del POCO M3 Pro 5G dell’anno scorso ha visto un telefono tutto sommato equilibrato in relazione alla fascia di prezzo e al pubblico a cui intendeva rivolgersi. Il nuovo POCO M4 Pro di quest’anno continua a seguire la stessa filosofia, con un device che migliora la maggior parte degli aspetti del modello precedente e proponendosi sul mercato per la fascia economica degli smartphone. Eppure, se in relazione a device relativamente nuovi il suo prezzo può sembrare competitivo, molti smartphone altrettanto validi di fine 2020 o inizio 2021 cominciano ad essere proposti a prezzi sempre più scontati, riducendo il margine di convenienza dell’M4 Pro.
Piuttosto che riprendere il disegno sul pannello posteriore che caratterizzava M3 Pro, M4 Pro assomiglia molto di più alla versione M3 dell’anno scorso: un modulo fotocamere molto esteso, accoppiato ad un dettaglio nero con logo dell’azienda svetta sul pannello posteriore. Realizzato interamente in plastica, questa volta POCO ha optato per una rifinitura opaca e quasi “grezza” al tocco, che garantisce un buon grip e soprattutto poche impronte senza custodia in silicone. Anche la colorazione questa volta ha ricevuta un boost, con un blu cangiante che fa sembrare il device molto curato e sicuramente più premium rispetto alla sua fascia di appartenenza. Peso e dimensioni non sono affatto contenuti, con 195g e delle dimensioni di 163,56 x 75,78 x 8,75 mm. A colpire in particolare è la stazza del dispositivo, il cui spessore vicino ai 9mm si fa sentire in mano assieme ai 195g di peso: nonostante questo la costruzione è solida e in mano si tiene bene grazie ai bordi stondati sul frame laterale.
Completo invece il lato connettività, con USB Type C sul lato inferiore per connessione al pc e ricarica del dispositivo, jack audio da 3,5mm per le cuffie, microfono, IR, altoparlante stereo, bilanciere del volume e tasto di accensione e spegnimento con integrato un sensore per lo sblocco con l’impronta digitale. Buono il feeling alla pressione del bilanciere del volume, un po’ meno invece quello del sensore per lo sblocco, leggermente lento nella sua sede. Ottima la resa dell’impronta digitale, sia per velocità di sblocco che per riconoscimento dell’impronta, con 100 sblocchi su 100 nella nostra prova dedicata. Peccato che POCO non abbia inserito un’animazione per rendere la transizione più piacevole alla vista, ma l’importante è che il device si sblocchi con semplicità e velocità.
Piccoli miglioramenti anche sotto il profilo del pannello integrato con M4 Pro: 6,6″ con tecnologia IPS LCD, al posto dei 6,5″ del modello precedente, e risoluzione FHD+ con 398PPI. POCO ha scelto di mantenere il refresh rate a 90Hz e di integrare anche un aggiornamento della frequenza al tocco da 240Hz, che dovrebbe rendere M4 Pro più responsivo al tocco, in particolare con i giochi più esigenti. Peccato che il refresh rate non sia stato reso adattivo, e quindi una volta impostato su 90Hz, rimarrà su questa frequenza nonostante l’applicazione usata o le reali necessità del dispositivo. In realtà l’aggiornamento che tutti avremmo voluto è quello ad un display almeno Amoled, visto anche che modelli come Redmi Note 10 Pro, ormai venduto intorno ai 250 euro, o anche Realme 8 a 199 euro, riescono ad includerlo.
La luminosità non è il massimo, soprattutto impostandola al 100%, ma nella vita quotidiana risulta sufficiente per avere una buona visualizzazione dei contenuti sia al chiuso che all’aperto: l’unico inconveniente è nella resa dei colori, poco contrastata e con dei neri più vicini al grigio, tipica dei display LCD IPS. La resa del touch è responsiva al punto giusto e non abbiamo riscontrato problemi di sorta né con le classiche app da tutti i giorni, né con i giochi testati. Il pinhole al centro del display sulla parte alta del pannello è abbastanza invadente, soprattutto per le sue dimensioni vistose, ma ci si può convivere tranquillamente senza problemi.
Sono ben due le novità per questo device sotto il profilo prestazionale: da una parte la MIUI 12.5, che lato software rappresenta l’ultimo sistema disponibile per i dispositivi della famiglia Xiaomi, e il nuovo processore Mediatek Dimensity 810 5G, octa core con processo produttivo a 6 nanometri. Rispetto al Dimensity 700, largamente usato in questa fascia di prezzo nel corso del 2020, questa nuova CPU riesce ad avere delle prestazioni migliorate sia in Single Core che in Multi Core, anche se la differenza rimane ferma a circa il 10% di vantaggio per l’810. Un processore che garantisce delle prestazioni adeguate al prezzo del device, ma che non brilla per reattività o fluidità. In accoppiata alla MIUI 12.5 i lag di sistema sono visibili anche nelle transizioni più basilari e l’apertura delle app non è così veloce come su altri dispositivi, meglio ottimizzati lato software.
Almeno le temperature rimangono sempre estremamente contenute, difficilmente al di sopra dei 35° e in mano anche dopo diverse decine di minuti in game non si percepisce fastidi o riscaldamenti eccessivi di POCO M4 Pro. Testato con Asphalt 9 e COD Mobile, la resa è stata abbastanza limitata, con impostazioni grafiche ferme a “basse” o “medie” e un framerate limitato visibile anche a occhio nudo. Tuttavia i giochi sembrano fluidi quel tanto che basta per risultare godibili e usabili nella fascia dei 200 euro.
Un aspetto da tenere in considerazione è quello del supporto alle reti 5G
di nuova generazione, al GPS, Bluetooth e NFC. Manca il supporto al Wi-Fi 6 di nuova generazione, ma non si tratta di un aspetto indispensabile per delle buone prestazioni in ricezione. La velocità di ricezione del Wi-Fi è esattamente la stessa di modelli di fascia alta, ad eccezione di un ping leggermente più alto del normale (9ms vs 34ms). Con le reti legate alla sim la ricezione si è rivelata ottima anche negli spot più difficili, dimostrando delle ottime capacità di gestione delle reti 4G e 5G. La ram di 6GB (nella nostra versione 6/128GB) è sufficiente per tenere in memoria più di dieci applicazioni senza doverle ricaricare dal background: eppure alcune app non riescono a rimanere aperte correttamente in background per motivi che non sono dovuti al POCO M4 Pro. Infine, l’aspetto audio è stato integrato molto bene con degli speaker stereo sulla parte inferiore e superiore del dispositivo: lo speaker in alto è meno potente di quello principale, eppure assieme svolgono bene il loro compiuto e riescono a dare una bella sensazione nell’ascolto musicale e video.Nonostante il modulo enorme sul lato posteriore, sono solo due le lenti, quella principale da 50MP e quella ultrawide da 8MP: tutti gli altri spazi sono stati riservati a dei filler e al flash; Sul lato frontale invece una fotocamera da 16MP f/2.45. Diciamo che la resa rientra appieno in quello che è lo standard presente su dispositivi simili, con una buona resa della fotocamera principale nelle situazioni più semplici: tuttavia al minimo accenno di luce scarsa la resa decade, restituendo un rumore digitale notevole e degli artefatti perfettamente visibili anche nelle zone più illuminate della fotografia. Sebbene i 50MP sembrino moltissimi, rendono bene solamente in situazioni in esterna con paesaggi e luoghi molto illuminati. La fotocamera Ultrawide presenta una qualità similare a quella principale in condizioni di luce ottimali, ma di notte o in interno soffre di più, dimostrando qualche lato critico dal punto di vista del sensore. Altro aspetto da tenere in considerazione è quello dell’HDR, che sembra non funzionare a dovere senza riconoscere correttamente le varie situazioni a cui abbiamo sottoposto il device.
La fotocamera frontale al contrario invece rende molto bene sotto il lato selfie, con una resa del volto e dello sfondo che ci hanno lasciato soddisfatti sotto questo fronte. Peccato che anche in questo caso l’HDR non funziona sempre al massimo delle sue possibilità, con tante zone sovraesposte che POCO M4 Pro non riesce a gestire alla perfezione.
Lato video la risoluzione di ripresa si ferma al FHD 1080 a 60FPS, e a soli 30FPS per la fotocamera frontale. Manca un sistema di messa a fuoco preciso e veloce, e la stabilizzazione ottica su questa fascia di prezzo non è nemmeno da prendere in considerazione. I video risultano poco definiti e comunque soggetti al movimento, anche se almeno l’adattamento dell’esposizione è veloce e riesce a restituire una resa precisa e fedele all’originale.
Fortunatamente anche l’aspetto dell’autonomia è stato aggiornato e non poco: il passaggio dalla ricarica rapida a 18W ad una ricarica a 33W riesce a migliorare l’utilizzo del device, con una ricarica completa che avviene in poco più di un’ora invece che delle 2 ore e mezza necessarie per POCO M3 Pro. Potrebbe sembrare quindi poco rispetto alle ricariche a 66W o 120W presenti attualmente sulle fasce superiori del mercato, ma a confronto con la precedente generazione POCO la differenza è abissale. Anche l’autonomia non ci ha affatto deluso, con una resa eccellente accoppiata alle varie caratteristiche del device, al processore ottimizzato e soprattutto ad una gestione del sistema più semplice e in grado di consumare meno batteria. Siamo sempre arrivati a fine giornata con della batteria rimanente e nei soliti test di un’ora POCO ha consumato il 15% di batteria circa nel gaming con COD Mobile e il 5% circa per un’ora di streaming video su YouTube.
Arriva finalmente la domanda più difficile a cui dovremmo poter rispondere dopo aver provato questo Poco M4 Pro e a cui invece risulta più difficile del previsto dare una risposta adeguata per tutti. Ci sono alcuni aspetti, come quello del display LCD, delle fotocamere ancora sotto la media anche se migliorate notevolmente rispetto a M3 Pro e di un sistema poco ottimizzato nel complesso che dovrebbero rappresentare un compromesso per spendere meno rispetto ad altri modelli. Eppure come detto nell’introduzione, le offerte su alcuni modelli di fascia media, portano questo device troppo vicino a modelli che effettivamente valgono di più da un punto di vista prestazionale, sebbene siano più vecchi e siano usciti ormai 9 o 10 mesi fa. Ma se pensate di poter venire a patti con le caratteristiche descritte in questa recensione, i 229 euro di listino per acquistare questo device potrebbero essere ben spesi e soprattutto la differenza con M3 Pro è davvero abissale sotto tanti fronti.
Tuttavia, in occasione del lancio potrete acquistarlo ad un prezzo scontato sul sito Goboo.com, usufruendo delle promozioni interne al sito e il nostro esclusivo codice coupon che vi permetterà di abbassare il prezzo a 174 euro per la versione 4/64GB e a 194 euro per la versione 6/128GB. Il codice per ottenere lo sconto è il seguente: TAPM4P e sarà valido a partire dal 9 novembre alle ore 14. Inoltre, i primi 100 ad effettuare un ordine riceveranno in regalo Mi Band 6 e una borsa riciclata Goboo.