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Telegram: utenti credono di dover pagare l’app

Come sempre a farla da padrone è la monetizzazione. Ogni app che si crea deve fruttare qualcosa, altrimenti non c’è scopo di tenere in piedi una struttura che la aggiorna e ci lavora costantemente per migliorarla. È questo il nuovo obbiettivo di Pavel Durov, guadagnare dalla sua app. Brutte notizie quindi per tutti gli utenti che utilizzano Telegram. Molte testate segnalano che dovranno pagare l’app per poterla utilizzare. Sarà vero? Scopriamolo insieme.

 

Telegram: cambiano le regole e l’app diventa a pagamento

Molti utenti hanno suggerito di introdurre la possibilità di disabilitare le pubblicità ufficiali sui canali di Telegram“. È questo quanto dichiarato da Pavel Durov, fondatore dell’app di messaggistica istantanea concorrente a WhatsApp.

Ciò vorrebbe dire che Telegram presto cambierà le regole e diventerà a pagamento solo per coloro che non vorranno vedere la pubblicità nell’app? Pare sia questo il polverone sollevato da chi ha ricevuto la notizia. Vero è che, con molta probabilità, entro la fine di novembre sarà introdotta la versione premium dell’applicazione blu.

È chiaro, le pubblicità non intaccheranno né le chat private di Telegram, né tanto meno i canali tematici. Per intenderci quelli dove si possono trovare le migliori offerte

, come nel caso del nostro canale Tecnofferte su Telegram, o altri che forniscono tra le più svariate informazioni.

In una nota ufficiale la società chiarisce la questione, mettendo in chiaro alcuni fondamentali della vicenda che:

I post sponsorizzati in Telegram sono progettati per essere non invadenti, quindi l’app può essere utilizzata comodamente anche senza pagare un abbonamento. I messaggi sponsorizzati verranno pubblicati solo nei grandi canali pubblici, non nelle chat di gruppo o nelle chat individuali. Infine, è importante notare che i messaggi sponsorizzati di Telegram non registreranno i dati degli utenti e non tracceranno gli utenti“.

Quindi tutti coloro che avevano lasciato WhatsApp per motivi di sicurezza e di privacy preferendo Telegram per la sua rettitudine possono dormire sonni tranquilli. Resta comunque il fatto che le conversazioni non sono protette dalla crittografia end-to-end.

C’è un altro aspetto da tenere in considerazione che fornisce un’attenuante a Telegram. Riguarda la possibilità da parte degli autori dei canali di disattivare le pubblicità per tutti gli utenti iscritti. Chissà chi lo farà e se la società dell’app blu non avrà previsto anche un piccolo compenso per le pubblicità autorizzate e non eliminate.

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Pubblicato da
Osvaldo Lasperini