Da diversi mesi il Governo Draghi sta parlando di riforma del catasto. In merito a questo molti stanno gridando alla patrimoniale nascosta. Cosa preoccupa i più? Scopriamolo insieme e cerchiamo di capire se quanto sta spaventando diversi è lecito oppure si tratta di un’esagerazione. Sicuramente su questo punto Salvini non è d’accordo tanto che è stato lui stesso a denunciare la riforma del catasto come una patrimoniale nascosta.
Riforma del catasto: davvero si tratta di una nuova patrimoniale?
Prima di capire se la riforma del catasto nasconde un’ambiguità, occorre fare chiarezza su cosa sia effettivamente la patrimoniale. Innanzitutto occorre specificare che non si tratta di una tassa, come erroneamente credono in molti, ma bensì un’imposta che va a colpire il patrimonio di un soggetto.
In pratica è una percentuale in denaro dovuta allo Stato calcolata sulla base di quanto denaro ha a disposizione una persona. Sono due le patrimoniali possibili: la prima, detta anche fissa, che colpisce tutti indistintamente; la seconda, invece, variabile, che viene conteggiata a step in base al patrimonio.
Si può quindi dire che la riforma del catasto sia una patrimoniale nascosta? In realtà si tratta di una modifica dei valori catastali di un immobile aggiornandoli su base effettiva. A rispondere a questa domanda è stato proprio Mario Draghi che così ha dichiarato:
“La riforma del catasto non è una patrimoniale. Perché nascondersi dietro l’opacità e calcolare le tasse in base a numeri che non hanno senso? Non è meglio essere trasparenti?“.
Non siamo sicuri che molti si fideranno di quanto affermato da Draghi. Resta comunque il fatto che all’effettivo sono due cose differenti, ma con un unico obiettivo: permettere allo Stato di fare cassa e di adeguare i costi vivi alle esigenze del momento. Il recente aumento dei prezzi è un segno lampante che alle casse dell’Italia serve monetizzare.