Nonostante il Covid, la crisi dei chip e gli ottimi risultati di Apple, Xiaomi continua a crescere. Nel terzo trimestre del 2021, il fatturato del colosso cinese ammonta a 78,1 miliardi di RMB, con un aumento dell’8,2% rispetto all’anno precedente; l’utile netto nello stesso periodo é stato di 5,2 miliardi di RMB.
La società con sede a Pechino prevede che la carenza di chip utilizzati nei suoi dispositivi e elettrodomestici smart persisterà anche nel 2022, andando a scemare intorno alla seconda metà dell’anno. Nonostante la crisi che ha travolto le industrie di telefonia, auto e PC, Xiaomi prevede di spedire circa 190 milioni di smartphone nel 2021, con un aumento di circa il 29% rispetto allo scorso anno.
Questo fa capire come Xiaomi abbia utilizzato un eccellente modello di business, massimizzando le entrate totali e mantenendo una solida crescita. Tra l’altro, il produttore ha brevemente superato Apple diventando il secondo fornitore di smartphone al mondo – prima che le spedizioni globali crollassero nel terzo trimestre, principalmente a causa della carenza di componenti.
Xiaomi: la MIUI piace davvero a tutti
Gli utenti attivi della MIUI globale di Xiaomi hanno superato i 500 milioni. L’interfaccia utente del colosso cinese é installata non solo sui suoi smartphone, ma anche – sebbene leggermente customizzata – sui prodotti Redmi, Poco e Black Shark. E le vendite di questi ultimi sono state impressionanti.
Redmi e Poco sono controllate dall’azienda di Pechino, e sono note per la produzione di smartphone dell’insuperabile prodotto qualità prezzo. Ottimi risultati anche per il segmento IoT e prodotti lifestyle, con introiti pari adi 20,9 miliardi di RMB durante il terzo trimestre del 2021, un ottimo +15,5% rispetto all’anno precedente.
Xiaomi sta anche affrontando una crescente concorrenza, e non solo in Cina. Honor, ex marchio di Huawei, ora azienda indipendente, ha ripreso a fare affari con i colossi americani Qualcomm e Google, ed é ritornata prepotentemente sul mercato. L’azienda con sede a Shenzhen si rivolge a un gruppo di clienti simile a Xiaomi e negli ultimi mesi ha ampliato la sua rete di negozi fisici in Cina, programmando di espandere ulteriormente i propri canali offline. In progetto l’apertura di 20.000 negozi sul proprio territorio in tre anni per contrastare la concorrenza, secondo quanto riportato dai media locali questo mese.
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