Dopo ben 10 anni dalla presentazione dei primi Defy+ e Defy Mini da parte di Motorola nell’ormai lontano 2011, molti elementi nell’ambito tecnologico sono cambiati e sono stati migliorati. Per questo motivo attualmente i dispositivi RUGGED, dedicati ai professionisti del settore e a chi necessita di un device per le situazioni più estreme, come ad esempio lo sport o anche i lavori manuali, sono sempre più diffusi sul mercato, con marchi conosciuti nel settore come Doogee, Ulefone o Blackview. La scelta di Motorola di riproporre un nuovo smartphone per la serie Defy segue quindi un trend molto diffuso e una richiesta di mercato sempre più spiccata. Da qui nasce quindi la collaborazione con Bullitt Group, per la creazione di un device in grado di competere con la concorrenza: un lavoro in parte riuscito e in parte invece che rimane indietro rispetto ai competitor, a causa di alcuni dettagli e alcune caratteristiche che fanno la differenza nella convenienza del prezzo finale del prodotto.
Come la maggior parte dei Rugged phone presenti sul mercato, le dimensioni non sono propriamente il suo forte, con 170 x 78 x 11mm e un peso di 234g: molto sviluppato in altezza, meno in larghezza e il peso, sebbene consistente per un device di queste dimensioni, risulta comunque in linea per la categoria, e anzi si posiziona ai vertici per un peso contenuto rispetto ai vari Doogee o Ulefone già in vendita. Non potevano poi mancare tutte quelle certificazioni in grado di renderlo uno smartphone resistente praticamente a tutto: Certificazione IP68 per renderlo impermeabile e resistente alla polvere e Certificazione MIL SPEC 810H per quanto riguarda la resistenza alle cadute e alle vibrazioni. L’abbiamo testato in diverse condizioni, con diverse cadute da 1 metro di altezza o in acqua per diversi minuti, e in ogni caso ha resistito a questi stress test, dimostrando un’ottima resistenza.
Ma venendo all’aspetto del design vero e proprio, sembra che Motorola abbia scelto di investire molto nel suo look generale, con delle rifiniture e una scocca che riescono a convincere anche sotto il lato estetico. Ottima la scelta di costruire la scocca con una superficie gommata con un pattern per mantenere saldo il grip e la possibilità di pulirlo con semplicità. A prima vista Motorola Defy 2021 potrebbe sembrare semplicemente uno smartphone classico con una cover rugged a protezione. Inoltre, nell’angolo in basso a sinistra è stato inserito un gancio per dare la possibilità agli utenti di agganciarlo ai pantaloni, a un moschettone o ad altri elementi a seconda della necessità o delle condizioni di utilizzo. Oltre al bilanciere del volume e al tasto di accensione e spegnimento, è stato inserito anche un tasto aggiuntivo personalizzabile per sfruttare altre funzionalità del dispositivo, come ad esempio la torcia o l’avvio rapido della fotocamera.
Gorilla Glass Victus a protezione del display da 6,5″ con rapporto di schermo 20:9: peccato per la risoluzione, ferma all’HD, così come tanti altri competitor ci hanno già mostrato. Eppure una proposta con risoluzione FHD in questa categoria avrebbe portato Motorola sulla cresta dell’onda, con una novità e un aspetto che in molti avrebbero davvero preso in considerazione. Nella prova reale riguardante l’aspetto multimediale e quello quotidiano, lo schermo IPS LCD ha portato a dei colori meno contrastati rispetto alla controparte Amoled, con dei contrasti poco accentuati e dei neri poco incisivi, che assomigliano più a dei grigi. Ma due degli aspetti che saltano più all’occhio sono le cornici molto spesse che circondano il display, in particolar modo sul lato superiore e inferiore, e anche il notch a goccia sul lato superiore che ospita la fotocamera frontale del device. Un aspetto da tenere in considerazione per la protezione del display è l’impiego di una protezione Gorilla Glass da ben 0,7mm e che al tempo stesso è incastonata nella scocca, che sporge di mezzo millimetro per prevenire graffi o danneggiamenti durante gli utilizzi più estremi.
A bordo un processore Qualcomm Snapdragon 662, 4GB di ram e 64GB di memoria interna, espandibile tramite MicroSD: una dotazione piuttosto basic, con un chipset di fascia entry level che purtroppo non fornisce delle prestazioni entusiasmanti. Sono diversi gli artefatti visivi, lag e rallentamenti che caratterizzano il sistema di questo Motorola Defy, che giunge sul mercato con una versione di Android 10, aggiornata alle patch di sicurezza di giugno 2021. Nell’utilizzo quotidiano l’esperienza è scattosa e decisamente poco fluida, persino nei menù di sistema, mentre sotto il lato grafico con Adreno 610 ci troviamo di fronte alla base di partenza per i vari benchmark disponibili sullo Store. 3D Mark ci ha restituito un risultato di 374 punti nello Stress Test di 20 minuti, con una stabilità del 99,7% e una temperatura massima di 37°, poco percepibile però grazie alla scocca molto spessa che impedisce al calore di diffondersi sulla superficie. Un risultato che si trasmette nella velocità di apertura delle app, non proprio scattante, ma almeno e le prestazioni relative al multitasking sono buone, con una decina di applicazioni tenute correttamente in memoria.
Un elemento da tenere spesso in considerazione con l’acquisto di uno smartphone rugged, riguarda quelle funzionalità aggiuntive che riesce a fornire all’utente per quel che riguarda il lato software, ma in questo caso Defy 2021 rimane un po’ indietro: non sono presenti a bordo applicazioni o funzionalità specifiche per il lavoro, o un pacchetto di applicazioni dedicate a strumenti utili per la manodopera manuale o un sensore IR come quello di Doogee S96 Pro. Android 10 nudo e crudo, nella versione più simile a quella presentata da Google e senza applicazioni aggiuntive, se non l’app Moto, dedicata alla scoperta di funzionalità aggiuntive relative al device. Di base ci troviamo di fronte ad un device simile a Motorola G9 o Motorola G30, entrambi appartenenti alla fascia entry level del mercato con un prezzo che si aggira intorno ai 150/180 euro.
Sul lato posteriore è presente un sensore per il riconoscimento e lo sblocco con l’impronta digitale: sebbene la riconoscibilità sia abbastanza buona, la velocità di sblocco è più lenta del previsto, con un tempo di attesa di poco superiore al secondo. Presenti infine il sensore NFC e i moduli Wi-Fi 5 e Bluetooth 5.0.
Tre sensori sul lato posteriore, uno dedicato alla fotocamera principale da 48MP e due invece da 2MP dedicati al sensore di profondità e alla fotocamera macro; sul lato anteriore invece una fotocamera da 8MP. Sulla resa, se consideriamo la fascia di prezzo dei 300 euro in cui ricade Motorola Defy, non c’è molto da dire: occorre scendere nella fascia dei 150-200 euro per avere qualche riscontro sul discorso qualità. La fotocamera principale può bastare per le classiche foto quotidiane mentre si sta in giro, con una buona esposizione e un livello di dettaglio accettabile; tuttavia la messa a fuoco è un po’ lenta e l’HDR non funziona sempre e con costanza. Al buio il sensore entra in difficoltà, con molto rumore digitale nell’immagine e diversi artefatti relativi all’algoritmo di miglioramento della foto. Lo zoom arriva fino al 4x, ma la nitidezza scende drasticamente, tanto che la foto sembra quasi sfocata. Per fortuna invece si risolleva la resa della fotocamera Macro nonostante i 2MP del sensore: supporta la messa a fuoco automatica e il livello di dettaglio e di vicinanza della messa a fuoco minima sono buoni. Ottime notizie quindi per chi necessita di una fotocamera macro per il lavoro semplice ed efficace, con la quale si possono girare anche video.
La fotocamera frontale per i selfie invece soffre sotto il profilo nitidezza, messa a fuoco e HDR: tutti questi aspetti sono stati lasciati un po’ da parte e se necessitate di una buona fotocamera frontale, allora dovrete rivolgervi altrove. Lato video la registrazione arriva al FHD a 60FPS per la fotocamera posteriore e FHD a 30FPS per la fotocamera anteriore: la qualità rientra nella relativa fascia di prezzo, con video usabili ma senza particolari menzioni di merito da fare.
Motorola Defy integra una batteria da 5000mAh con ricarica rapida da 20W e cavo con connettore USB Type C: l’autonomia, nonostante il processore dalle prestazioni contenute e lo schermo con risoluzione HD, rientra pienamente nella normalità d’uso della fascia media
La ricarica è piuttosto lenta, con 2 ore e mezza necessarie a raggiungere il 100%, mentre la mancanza di una protezione per l’ingresso USB Type C sul lato inferiore fa storcere un po’ il naso, soprattutto per uno smartphone rugged pensato per utilizzi estremi e una durabilità migliore rispetto ai normali smartphone.
Motorola ha deciso di lanciare questo device ad un prezzo di 329 euro per la versione 4/64GB. Purtroppo sembra che per aggiungere tutte quelle certificazioni e quegli aspetti legati alla durabilità e alla resistenza agli urti, acqua e polvere, Motorola abbia dovuto sacrificare tanti altri aspetti legati principalmente all’hardware e all’esperienza d’uso complessiva. Sicuramente rispetto ad altri modelli rugged legati ad aziende cinesi Motorola rappresenta una sicurezza in più sotto il profilo della garanzia e degli aggiornamenti, garantiti fino al 2023 (con Android 11 in fase di aggiornamento al più presto), ma se cercate qualcosa di più per l’esperienza complessiva che vi permetta di usare app pesanti o anche qualche gioco, allora Defy 2021 non fa per voi. Si tratta di un device pensato per chi necessita di quelle funzioni basiche in situazioni legate allo sport, al lavoro in cantiere o anche per situazioni estreme, ma la mancanza di un toolkit appropriato pone un freno alla sua convenienza.