Il mondo delle auto non ha visto molti cambiamenti nelle ultime decadi, in un mercato che ha cercato a poco a poco di migliorare le performance, i sistemi di sicurezza e il design delle auto. In questo contesto quasi stagnante sono subentrate le novità delle auto ibride e delle auto elettriche in particolare, che però hanno portato a dei cambiamenti così veloci da non lasciare il tempo necessario ad un adattamento tecnologico e infrastrutturale completo e sicuro per gli acquirenti e gli utenti; ed è qui che entra in gioco Lynk&Co, che propone un modello di Automotive Disruption, che cerca di cambiare strutturalmente le vesti e le potenzialità del mercato non solo con una soluzione che viene incontro agli automobilisti, ma con una modalità di utilizzo dell’auto in sharing condiviso in grado di favorire sia il lato economico, che il lato legato al guadagno degli utenti e degli iscritti.
Nella nostra intervista ad Alain Visser, CEO di Lynk&Co, abbiamo trovato molti di questi elementi ed un’attenzione al dettaglio e ai bisogni del mercato e in particolare dell’automobilista, che pone Lynk&Co, con il suo unico modello 01 disponibile per il mercato italiano, in concorrenza con le principali aziende del mondo dello sharing (con dei vantaggi aggiuntivi) e non invece con le classiche e tradizionali case automobilistiche che popolano questo settore.
24 ore in anteprima con la 01
Nel nostro articolo dedicato, abbiamo cercato di darvi un’idea dell’automobile, le sue sensazioni dopo appena poche ore di guida, la sua linea, gli interni, che riescono a fondersi in un’armonia che avvolge l’utente fin dal primo istante accogliendolo come se quella fosse l’auto di sempre, ma con tutte quelle comodità in grado di rendere un viaggio non solo comodo, ma totalmente godibile come esperienza condivisa con i passeggeri. Tanto lo spazio a disposizione del guidatore e dei passeggeri, l’insonorizzazione completa dell’auto dai rumori del motore e della strada, i confort a bordo sia lato guida che lato utilità, sono solo alcuni degli aspetti che contraddistinguono la 01 e che la rendono un’ottima scelta sul panorama automobilistico odierno.
Eppure, la sua forza risiede nella possibilità di sottoscrivere un abbonamento mensile (maggiori info sulla pagina ufficiale), grazie al quale poter usare l’auto senza altri pensieri, e di poterla anche condividere con altri utenti Lynk&Co con un servizio di sharing condiviso per cui chi sottoscrive l’abbonamento può scegliere SE e QUANDO condividere la propria auto. Ma vediamo verso che direzione vanno le decisioni e le idee del CEO, Alain Visser, nella breve intervista che segue.
Intervista ad Alain Visser, CEO di Lynk&Co
Alain Visser, CEO dell’azienda, ha avuto un’esperienza trentennale nel mondo dell’automotive, in aziende come Opel, Volvo, General Motors, Ford, ma è con Lynk&Co che ha potuto dare vita alla sua idea di automotive, con una nuova concezione dell’auto in grado di portare termini di vantaggio sia per l’utente che per le emissioni e la minore diffusione di veicoli con un occhio al lato ecologico della scena automobilistica odierna.
- Abbiamo avuto modo di provare l’auto per qualche ora e ad un primo sguardo è davvero sorprendente. Il modello 01 rappresenta il primo punto di contatto tra l’utenza europea e in particolare italiana con il mondo Lynk&Co, quindi come pensa di definire questo nuovo brand allo stato attuale e se dovesse scegliere tre diverse parole per descriverlo, quali sarebbero?
Innovative mobility experience o disruptive mobility experience per quanto riguarda la nuova esperienza dell’auto; per quanto riguarda il brand invece lo identificherei con vivace, audace e “sbagliato”. In azienda ogni nostra scelta non deve essere solo “buona”, ma deve scaturire un effetto wow, che è effettivamente una delle parole chiave di Lynk&Co. Il fatto che abbia scelto la parola “sbagliato” è perché chi guarda al brand deve potersi chiedere il motivo per cui abbiamo fatto una determinata scelta, e proprio per questa ragione che un’altra delle parole chiave è disruptive: se il mercato va in una direzione, noi prendiamo quella opposta; se tutte le aziende pensano a vendere macchine, noi scegliamo di non venderle.
- Abbiamo visto dai dati di mercato che contro le previsioni l’utenza Lynk&Co, di fronte alla possibilità di acquisto o di sottoscrizione dell’auto, ha scelto prevalentemente il metodo della sottoscrizione mensile. Quali sono i motivi che portano gli utenti ad una scelta di questo tipo, rinunciando invece al metodo tradizionale di acquisto?
Sì, esattamente. Abbiamo visto un trend in crescita che vede un’attenzione maggiore verso l’esperienza, piuttosto che per la proprietà; un trend che vede una sorta di dematerializzazione per tutte quelle persone che scelgono Lynk&Co perché vogliono qualcosa di diverso. Abbiamo una vettura fantastica, ma il nostro motto è sempre quello di “non parlare dell’auto, ma di quello che vogliamo rappresentare”, ovvero il concetto di “mobilità”, invece di una semplice vettura. Quindi vogliamo rintracciare quelle persone che desiderano qualcosa di differente, che vogliono un’auto ma non necessariamente acquistarla. Per questo motivo la maggior parte dei nostri utenti ha optato per la sottoscrizione mensile: non penso che i nostri principali competitor siano aziende come Toyota, Volkswagen, Audi, ma più Uber o SIXT. Una nuova opzione per tutti quelli che non avrebbero mai comprato un auto, ma ora che c’è un nuovo modo di usarla, Lynk&Co gli va incontro.
- Lynk&Co ha già lanciato diverse auto nel mercato cinese: come mai avete deciso di iniziare per il mercato europeo con la Lynk&Co 01?
Abbiamo iniziato con Lynk&Co 01 e continueremo con questa vettura per diverso tempo. Quando abbiamo testato il modello aziendale di Lynk&Co in Cina, siamo rimasti molto stupiti del fatto che gli acquirenti cinesi risultassero offesi dal nostro metodo: in un momento storico in cui l’utenza cinese è in grado di comprare un’auto e questa modalità è relativamente nuova e anche “cool”, il fatto di proporre una sottoscrizione implicava il fatto che quegli utenti non potessero permettersi invece il suo acquisto. Se questo metodo appunto è relativamente nuovo per la Cina, in Europa ha compiuto più di cento anni e non rappresenta più una scelta alla moda, ma un metodo tradizionale, ormai antiquato. Per questo motivo, dato che in Cina il trend prevede la vendita delle auto, abbiamo pensato di proporre diverse vetture sul mercato: il brand è lo stesso che in Europa, ma il modello di business è sostanzialmente differente. In Europa invece, quando abbiamo detto di voler offrire “mobilità”, abbiamo deciso di optare per la semplicità con un solo modello che fosse adatto a diverse situazioni. Doveva essere abbastanza compatto per la città, ma al tempo stesso grande a sufficienza per una famiglia, e per questo motivo la scelta è ricaduta su un SUV compatto come la 01.
- Ci saranno altri modelli a seguire la 01 nel 2022 o 2023, magari una compatta o una berlina?
Sicuramente non nei prossimi due anni. Per il 2022 e il 2023 l’unica auto rimarrà la Lynk&Co 01, e in futuro se ci sarà un nuovo modello sarà probabilmente una vettura full electric. Speriamo infatti che per allora, le infrastrutture a supporto delle auto e della mobilità elettrica saranno sviluppate a sufficienza per garantire un’esperienza completa. Oggi se si possiede una sola auto in famiglia, una vettura full electric non è la soluzione adatta. In Europa attualmente la crescita nelle vendite e nella diffusione delle auto elettriche è tre volte superiore allo sviluppo e alla diffusione delle infrastrutture necessarie per usarle, quindi il problema è destinato a diventare ancora più grande.
- Come possono delle auto compatte dedicate al mondo dell’elettrico come la Renault Zoe, Twingo, Mini Full Electric e così molte altre, assestarsi su prezzi superiori ai 25-30mila euro, mentre la Lynk&Co 01 intorno ai 35-40mila euro con una dotazione full optional?
É molto semplice: questa vettura con l’equipaggiamento di un semplice SUV compatto sarebbe arrivata a costare intorno ai 30mila euro. Ma abbiamo deciso di fornire tutti quei confort full optional che fanno salire il prezzo, con un costo di listino sopra la media, ma che si traducono in convenienza quando si pensa alla sottoscrizione mensile da 500 euro. Si tratta di un buon prezzo e per questo motivo quando si viene messi di fronte alla scelta di un’auto come quelle che ha citato da 25-30mila euro, le persone preferiscono optare per un abbonamento mensile che comprende tutto, dall’assicurazione alle revisioni e tagliandi.
- Pensa che il mondo delle auto elettriche, ibride o plug-in, possa interessare e attirare maggiormente un pubblico giovane e quali sono i target che si è prefissata l’azienda per la sua strategia di marketing?
Per il momento l’età media della nostra utenza è intorno ai 35 anni. Generalmente le persone giovani sono più aperte ai cambiamenti e alle nuove tecnologie, ma il costo di queste nuove auto e di queste nuove tecnologie alza il target di utilizzo in termini di età perché non sempre si ha a disposizione il budget sufficiente per un simile acquisto. Abbiamo affrontato la questione qualche anno fa per quanto riguarda la strategia marketing di Lynk&Co, e inizialmente sembrava che il nostro potenziale target potesse essere trovato tra i millenial, ma nel frattempo abbiamo imparato due cose a riguardo: ai millenial non piace essere chiamati in questo modo e la questione non riguarda tanto l’età anagrafica, quanto invece l’età mentale di queste persone. Anche se la media riporta i 35 anni per la nostra utenza, in realtà troviamo persone di 25 anni così come persone di 70 anni: a volte infatti persone di 60 anni sanno essere più aperte e più giovani mentalmente di un trentenne.
- Se dovesse scegliere tra la versione Hybrid e invece la versione Plug-in di Lynk&Co 01, quale utilizzerebbe? O tra la Plug-in e una full electric?
Tra Hybrid e Plug-in sceglierei senza dubbio la Plug-in, e lo stesso tra full electric e Plug-in. Al giorno d’oggi non acquisterei mai una vettura completamente elettrica: se potessi avere a disposizione due o tre auto, allora sarebbe differente. Per la città potrei usare la vettura elettrica, mentre per un viaggio userei la plug-in, ma con una sola auto allora non opterei mai per la scelta full-electric.
- Ora una piccola curiosità: quali sono i motivi che vi hanno portato a scegliere il nome Lynk&Co per l’azienda, e quali invece quelli che vi hanno portato a chiamare le vostre auto in ordine numerico dalla loro uscita?
Vi racconto la storia vera: una volta ho letto un articolo che diceva che Lynk rappresentasse il collegamento tra Occidente e Oriente, e Co perché le nostre vetture sono più di una semplice auto; è tutto molto bello, peccato che non sia vero. All’epoca eravamo in un taxi a Göteborg, circa quattro o cinque anni fa, e stavamo cercando un nome che non suonasse come un brand di auto. “Lynk” rappresentava inizialmente il nome in codice per questo progetto e molte persone amavano questa soluzione; tuttavia Lynk suonava in maniera troppo tradizionale, così abbiamo cominciato ad improvvisare qualche tentativo dopo qualche bicchiere di vino in quel famoso taxi. Abbiamo pensato di usare “&” perché non era ancora stato utilizzato in un brand per automobili, ma solo nell’industria della moda come Tiffany&Co, Abercrombie & Fitch, cominciando a sperimentare con Lynk&1, Lynk&2, Lynk&5, per poi approdare a Lynk&Co. Suonava bene e soprattutto non avrebbe portato le persone a pensare di trovarsi di fronte ad un marchio automobilistico: così è stata la nostra decisione finale.
- In qualche modo non riesce a richiamare anche l’idea di connettività e sharing che fa del vostro brand un unicum nel mercato attuale?
Mi piacerebbe molto pensare e potervi dire che “Co” sta per co-sharing o connectivity, ma la nostra scelta è stata dettata semplicemente da quella storia. Ci è piaciuto e l’abbiamo scelto. Passando invece al nome dell’auto, 01, anche questa è una bella storia: nel momento in cui l’abbiamo scelto eravamo ancora nella situazione di definire quali auto avremmo prodotto, quali segmenti avremmo coperto e quante auto avremmo avuto. Ci affidammo ad un’agenzia che era specializzata nel trovare dei nomi adatti al mercato e alle vetture per vari brand automobilistici, e i nomi che uscirono fuori erano tutti molto azzeccati e anche molto belli. Tuttavia ogni singolo nome andava protetto per il copyright, rappresentava un problema a livello giuridico: per questo motivo molti produttori adottano delle nomenclature molto semplici, con una lettera e dei numeri. E per questo motivo il nostro team ha optato per una via più semplice: chiamare la prima auto prodotta 01, la seconda 02 e così via. E tutti hanno odiato questa scelta per motivazioni legate al branding delle varie vetture. Una 05 poteva potenzialmente essere più piccola di una 02 e questo a livello di marketing poteva rappresentare un problema. Ma dove sta il problema? Semplicemente le nostre auto verranno riconosciute per il numero, dove quella più nuova presenta il numero più alto, per provare anche a rompere questa tradizione e proporre qualcosa di nuovo che andasse contro le regole.
- Lei ha un’esperienza incredibile in questo campo, con posizioni ricoperte nelle più importanti aziende al mondo del settore automobilistico. Come è cambiato il suo workflow e la sua visione del mercato e del brand nel passaggio da queste aziende tradizionali alla novità di Lynk&Co?
Tutto ciò che viene prima di Lynk&Co rappresenta la visione e il lavoro per una data compagnia o una data azienda. In questi trent’anni ho amato il mio lavoro, vi mentirei se dicessi che il contrario, ma al tempo stesso ero scioccato che non ci fosse alcun cambiamento significativo nel settore dopo tutti questi anni. A cambiare era solo il prodotto finale, mentre Lynk&Co ha cambiato il mercato molto di più in cinque anni, che un brand tradizionale in cinquanta anni. Così ho deciso di creare qualcosa di molto diverso: la differenza principale è che per trent’anni ho lavorato per l’idea di un’azienda, mentre ora l’idea è mia. Diventa più di un’azienda, è una passione, è una missione. Credo in quello che stiamo facendo perché è la mia visione e la mia idea, non solo un lavoro per cui sono pagato.
Rimanete sintonizzati per scoprirne di più nei prossimi mesi e se voleste avere maggiori informazioni sulla vettura o sulla compagnia potete sempre andare sul sito di Lynk&Co per scoprirne di più. Si prospettano diverse novità sia per l’apertura di vari club in Italia per vedere la vettura di persona, sia sul fronte di una sempre maggiore diffusione del nuovo sharing introdotto dalla compagnia.