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Privacy o isolamento: l’ultimatum delle aziende per i loro utenti

Una persona su cinque in alcuni Paesi europei, in particolare in Gran Bretagna, non adotta le misure necessarie per proteggere i propri dati personali, nonostante sia una delle maggiori preoccupazioni degli utenti in tutto il mondo.

Secondo un sondaggio condotto da Proton, campagne di marketing fuorvianti, termini e condizioni contrattuali illeggibili e problemi simili portano i clienti a non essere consapevoli di quali informazioni personali vengono raccolte. Le preoccupazioni dei consumatori includono la scansione della posta elettronica. Il 90% delle persone afferma di non volere che le aziende accedano ai propri dati anche se crittografati. Inoltre l’87% è contraria alla scansione dei contatti. Infine, il 79% è contraria al monitoraggio della posizione. Preoccupano molto meno gli acquisti online e l’indirizzo IP del dispositivo.

Solo il 3% non si preoccupa di proteggere i propri dati personali. Il rischio che i dati vengano sfruttati è una questione preoccupante per il 90% degli intervistati, ma questa sensazione sembra cambiare con l’età. Le persone di età compresa tra i 18 e i 24 anni hanno tre volte più probabilità di sentirsi indifferenti nei confronti delle aziende che sfruttano i loro dati personali rispetto a quelle di età superiore ai 55 anni. Le generazioni più giovani sono più abituate perché non hanno alcun termine di paragone con qualche anno fa, quando i dati erano a rischio all’insaputa degli utenti.

Privacy a repentaglio: le preoccupazioni degli utenti, le misure adottate e le precauzioni delle aziende

Coloro che adottano misure extra per proteggere le proprie informazioni personali online di solito rifiutano i cookie, utilizzano l’autenticazione a due fattori per i social media e per gli account di posta elettronica. Inoltre, utilizzano uno strumento che blocca gli annunci e sfruttano la modalità anonima integrata dai browser, che non salva cronologia di navigazione, password e cookie.

I cookie su alcuni siti Web possono essere molto impegnativi e richiedere molto tempo per essere disabilitati. Altri possono impedire completamente l’accesso agli utenti se non sono in grado di rintracciarli online. Gli strumenti meno utilizzati sono principalmente quelli che si basano su software specializzati in materia. Quindi, motori di ricerca incentrati sulla privacy come DuckDuckGo, browser come Brave e client di posta elettronica come ProtonMail.

“La privacy è diventata una priorità per i consumatori. Allo stato attuale, il mercato è dominato da aziende che monetizzano regolarmente la privacy. Agli utenti viene lasciato un ultimatum: rinunciare alla privacy o disconnettersi dal mondo moderno e isolarsi. Le cose stanno cambiando”, dichiara Andy Yen, amministratore delegato di ProtonMail. “Il messaggio per le grandi aziende è ormai chiaro. Rispetta la privacy dei tuoi utenti o passeranno a qualcuno che lo farà.”

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Pubblicato da
Rosalba Varegliano