Strappare Lungo i Bordi, é polemica tra Zerocalcare e Daniele Capezzone, giornalista de La Verità. Un successo oltre ogni immaginazione quello della serie TV del fumettista romano, che ha portato naturalmente altrettante critiche. E tra queste critiche c’é proprio quella lanciata da Capezzone, il quale denuncia una visione del mondo troppo “vittimista” portata sul piccolo schermo da Michele.
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La risposta di Zerocalcare non si é fatta attendere. Pungente, in dialetto romano. Quel dialetto vero trade-mark del fumettista, il cui uso frequente in Strappare Lungo i Bordi ha contribuito al suo successo internazionale.
Zerocalcare contro Capezzone: da che parte state?
Il primo ad “attaccare briga” é stato Capezzone, scrivendo un tweet che lascia poco spazio a dubbi ed interpretazioni:
“Voi con Zerocalcare, noi con Clint Eastwood. A ciascuno il suo, e ciascuno contento: chi con la lagna e il disagio come dimensione esistenziale; chi invece con la lotta, la sfida, l’affermazione dell’individuo contro ogni potere.”
Su Twitter é polemica. La maggior parte dei commenti, però, sono dalla parte di Michele, da sempre vicino ai problemi della nuova generazione. “Piccoli” e grandi problemi, che passando dall’essere insoddisfatti del proprio lavoro a dover affrontare un mondo che pretende, pretende e non dà mai nulla in cambio.
E ci si rifugia in sé stessi, ci si isola nell’apatia. Proprio come in quella conversazione su MSN, dove la sua coscienza, l’armadillo gigante, continua a dirgli di non esporsi. Di non parlare dei suoi sentimenti.
È questo il grande problema delle nuove generazioni.
“A me me fa volà che Daniele Capezzone se sente come Client Eastwood“. Questa la risposta di Zerocalcare.
E voi da che parte state?